di Paolo Rosi
Queste difficili settimane per la Grecia e per l’UE fotografano il dramma del popolo ellenico in patria, ma spesso dimenticano i 200mila giovani, la “Generation G” come l’ha ribattezzata il Guardian, che dall’inizio della crisi hanno lasciato il Paese. Loro, in gran parte residenti in nordEuropa, hanno vissuto le vicende degli ultimi tempi con ansia e preoccupazione per le sorti del loro Paese e soprattutto per quelle di familiari ed amici in patria.
Cosa pensano i giovani greci che vivono in Olanda, ossia in uno dei paesi UE che in queste settimane si è mostrato più duro ed inflessibili nei confronti dello stato ellenico? Abbiamo parlato con alcuni di loro.
“Ho lasciato la Grecia nel 2005, prima della crisi, perché la situazione era già drammatica. Disoccupazione e corruzione ovunque. Spostarmi nei Paesi Bassi è stata una ventata di aria fresca” Ioanna è “mezza olandese e mezza greca”, come le piace presentarsi, ha trent’anni e insegna in una scuola del Brabante. Parlando della crisi greca dice: “Non ci sono dubbi, il mio paese deve cambiare drasticamente. Ma per come sta cambiando, a farne le spese sono i più poveri. L’atteggiamento olandese? L’impressione è che in Nord Europa stiano punendo la Grecia. Ma questo i media olandesi non lo dicono!”E l’atteggiamento tenuto dai negoziatori Rutte e Dijsselbloem nel corso delle ultime settimane? “Hanno la loro agenda politica e devono comunque rispondere ai loro elettori. Ecco il problema di fondo.”prosegue la giovane insegnate “Capisco anche chi non vuole dare aiuti economici ma gli olandesi ascoltano solo una campana. Spesso non si chiedono cosa succede oltre a quello che riportano i giornali.”
Un’impressione simile a quella di Fotis, dottorando in Fisica Teorica all’UvA: “Non seguo i giornali locali. Piuttosto quelli in lingua inglese. Mi sembra tuttavia che l’opinione sulla Grecia sia distorta e che gli olandesi non sappiano proprio cosa stia succedendo.” Per molti politici olandesi, i problemi della Grecia sono la corruzione e l’evasione fiscale: “In un certo senso è vero – dice Fotis – ma molte delle misure d’austerità che vuole l’Olanda non cambieranno la situazione.” E il famoso taglio del debito? “I debiti si ripagano. Ma è anche vero che la Grecia ha già restituito più di quanto ha preso. E il taglio è ora una necessità pratica.”
Nikola, specialista dell’IT è un espatriato greco che ha contribuito a fondare Iamgreek.nl, portale rivolto alla comunità greca nei Paesi Bassi. Nikola non usa mezze parole: “Quello che non si comprende da queste parti è il livello di distruzione che c’è in Grecia: qui non si vede il vicino cercare cibo nella spazzatura, gente pregare per un lavoro, giovani senza speranza o anziani a cui viene tolta la pensione.” Ma Rutte e Dijsselbloem, e con loro la Germania, dicono che l’austerità è l’unica strada per salvare la Grecia. “È l’austerità che ha inginocchiato il paese. E gli olandesi assieme alla Germania hanno imposto un accordo sbilanciato a loro favore.” E quando invece senti parlare delle “colpe greche” come corruzione ed evasione? “Non si possono far pagare a Syriza le colpe dei politici venuti prima. Il governo è in carica da cinque mesi e parlare di corruzione ed evasione in questo modo è una scusa per poter vendere meglio una storia. Poi è vero che la corruzione c’era. Ma c’è anche qui in Olanda e in Germania.”