Una giornata convulsa, quella di ieri, un inizio settimana di proteste e rivendicazioni da che si sono snodate lungo l’asse sud-centro per poi convergere a Waterlooplein; parliamo dello sgombero dei rifugiati del Vluchtgarage al matino e della manifestazione di studenti e professori dell’UvA del pomeriggio, quest’ultima in segno di protesta contro lo sgombero del rettorato avvenuto sabato scorso. Ma andiamo con ordine: la giornata di lotte in strada, inizia con i 130 uitgeporcedeerd che vengono svegliati dalla polizia in forze, per vigilare che l’ordinanza di sgombero emessa dal tribunale di Amsterdam venga rispettata. L’edificio, di proprietà del comune, verrà presto abbattuto per far posto ad un giardino pubblico. Dopo aver raccolto gli ultimi trolley, le buste di plastica, i sacchi a pelo, la carovana di migranti, un gruppo di sostenitori ed un capannello di giornalisti si è incamminato, con un imponente spiegamento di forze dell’ordine al seguito, senza una meta precisa ma in direzione della cittá. Nessuna traccia di politici o di funzionari del comune; a rappresentare lo stato, solo le forze dell’ordine.
Gli scontri
Sono bastati pochi minuti, e l’asfissiante presenza degli agenti, a cavallo e con blindati che attraversavano il parco centrale di Bijlmer, ha finito per creare frizioni con i migranti; secondo un comunicato della polizia, un rifugiato avrebbe tirato fuori un coltello dalla tasca. Due agenti in borghese lo hanno prelevato e sbattuto dentro un cellulare: in un attimo cori e slogan sono stati sostituiti da grida e caos; un gruppo di migranti ha circondato il blindato lanciando oggetti ed entrando in contatto fisico con gli agenti. La risposta della polizia è stata rapida e violenta: le unità a cavallo hanno aperto un varco al cellulare, che è riuscito a lasciarsi il gruppo alle spalle. Ma pochi minuti dopo, una volta giunti a Bijlmerdreef, la tensione è salita alle stelle: i rifugiati hanno deciso di inscenare un sit-in bloccando le automobili e gli autobus in corsa. Tra spintoni, insulti, spray al peperoncino ed altri due arresti, lo scontro frontale tra migranti ed agenti è giunto all’apice. Dove sono le istituzioni? Possibile che uno sgombero annunciato da settimane, sia stato preparato dal governo cittadino solo sul piano dell’ordine pubblico? Nessun assistente sociale, nessuna ambulanza, nessun politico: lo stato olandese, nel giorno del suo appuntamento con 130 richiedenti asilo, si è presentato solo con la forza pubblica.
La marcia verso il Comune
Dopo mezz’ora di caos, la situazione si normalizza: migranti e sostenitori riprendono la marcia verso la città. La polizia scorta il corteo, questa volta senza incidenti. Infondo alla carovana, Simion Blom, consigliere comunale del Groenlinks (Verdi) è preoccupato “Stiamo cercando di fare il possibile in consiglio ma il problema è nazionale. Il governo si ostina a voler ignorare la questione e i risultati sono quelli che vediamo”. Soluzioni a breve termine? “Non ce ne sono. Stiamo lavorando sul medio-lungo termine ma di immediato non c’è nulla.” Intanto il corteo si muove verso il centro; obiettivo è arrivare in consiglio comunale ed occuparlo.

Protesta al comune, marcia con gli studenti e prima notte in strada
La polizia lascia entrare la carovana nella hall della Stopera, sede del comune. AT5 ed altri media nazionali continuano la diretta degli eventi e nel frattempo, dopo quasi 12km a piedi e diverse notti insonni, un gruppo consistente di rifugiati approfitta del momento di relativa calma per riposare: vogliono parlare con il sindaco, che non vuole parlare con loro (è a Den Haag) ma la polizia non ha ordine di sgomberare. Per qualche ora, la protesta è ferma in comune. L’ordine poi arriva: tutti fuori. Ma la giornata è mite e i migranti attendono il passaggio del corteo degli studenti, in protesta per il violento sgombero di sabaro scorso: hanno diverse rivendicazioni in comune e sfilano insieme per il centro. Al tramonto, per il gruppo di Wij Zijn Hier, preparano la prima notte in strada. Si sono accampati in un prato a Tolstraat vicino al fiume Amstel.
