di Marco Alf
“Prima di trasferirmi in Olanda non ero mai stata ad Amsterdam. Se devo essere sincera, non mi aveva mai attratto. Pensavo, di questa città, che fosse un Paese dei Balocchi, come la maggior parte dei turisti italiani: canne, sesso e musica elettronica.
Per questo credevo non facesse per me… Inoltre, perché sarei dovuta andare in vacanza al freddo?”
“Quindi perchè sei qui?”
“Prima abitavo a Firenze, ho studiato Lettere Moderne… Sì, me la sono cercata… Me lo dicono tutti… Dopo essermi laureata cercavo un Master in Cultural Analysis. L’università di Amsterdam offriva un bel corso, quindi ho deciso di provarci. Mi hanno presa e da due anni sono qui, con Juno, il mio cane.
Ho trovato anche lavoro come web editor e per il +31mag mi occupo del Fotoblog.”
“Come è vivere in una huisboot?”
“Ogni tanto, quando ci sono le tempeste, si muove tutta e mi viene il mal di mare… Quando succede vado a rifugiarmi nel bar di vecchi vicino a casa e già che ci sono mi prendo una birra con qualche ottantenne. Mi piace molto qui, ma sto iniziando ad essere un po’ nostalgica. Il mio problema, a parte il tempo, è il mio rapporto con i locals…”
“Cioè?”
“Io e gli olandesi non ci capiamo molto. C’ho anche provato a trovarmi il fidanzato qui e l’unica volta che ci sono quasi riuscita mi sono data fuoco ai capelli per via di una candela… Forse l’universo sta cercando di dirmi qualcosa!
I capelli me li sono pure tagliati… Ed evito gli appuntamenti con i ragazzi se la location è un barbecue…”
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