La situazione per le prostitute nella città di Utrecht è completamente sfuggita di mano, dice RTV Utrecht: via vetrine e altre opportunità di lavoro legale, le sex workers sono costrette al circuito clandestino, avrebbero detto durante una serata informativa organizzata dalla municipalità.
Le lavoratrici a Utrecht subirebbero aggressioni e violenze. E la loro condizione di clandestinita le scoraggia dal denunciare. D’altronde il comune di Utrecht è alle prese da anni con il futuro del sex work in città: dopo presunti abusi, l’ex sindaco Aleid Wolfsen aveva chiuso il complesso di vetrine su Zandpad e Hardebollenstraat e in seguito anche la zona pedonale è stata chiusa a causa della costruzione di alloggi.
Nel frattempo non è stato trovato nessun altro posto alternativo per consentire alle lavoratrici di proseguire con la loro attività: i tentativi di riaprire le vetrine sullo Zandpad sono falliti più e più volte, anche perché gli interessati che avrebbero dovuto sviluppare l’area non hanno superato la procedura Bibob, ossia il nullaosta della polizia.
Ieri sera il consiglio comunale aveva invitato le sex worker per una serata informativa: investigatori, polizia, Pubblico Ministero, le organizzazioni di sostegno per le lavoratrici del sesso, come Belle, e le stesse lavoratrici sono intervenute e una rappresentante di Belle ha affermato che le workers stanno “tornando tra i cespugli” per praticare la professione. Molte prostitute ricevono anche clienti a casa, ma ufficialmente non sarebbe permesso.
Le conclusioni sono molto pesanti e non depongono a favore del comune: il giro di vite non ha migliorato la condizione delle lavoratrici ma le ha, anzi, esposte a violenze ed intimidazioni.