Università, apertura “alternativa” dell’A.A. per i movimenti di protesta

di Paolo Rosi

Mercoledì 2 settembre al Maagdenhuis dis-occupato, simbolo delle proteste studentesche dello scorso anno, si sono incontrati i docenti di Re-Thinking UvA, assieme a studenti di De Nieuwe Universiteit, Humanities Rally e University of Colour.

All’evento si è parlato del rapporto università/società e dei limiti di una dirigenza universitaria diventata, per i presenti, troppo manageriale e “business-oriented”. Del resto per gli organizzatori ieri è stata la “vera apertura dell’anno accademico”, dopo le proteste di lunedì, giorno ufficiale per l’UvA, nel quale agli studenti è stato proibito di leggere una poesia sull’occupazione del Maagdenhuis.

Un’occasione, l’incontro dello scorso mercoledì, per fissare il punto della situazione sul “che fare?” del sistema universitario olandese (e non solo), data la struttura poco democratica degli organi direttivi, il cambiamento nel sistema nazionale di finanziamento allo studio e la poca trasparenza nelle attività finanziare delle stesse università.

Oltre al lancio di un nuovo forum online, nel quale dibattere di singoli argomenti legati al macro-tema dell’istruzione superiore, professori e studenti hanno inoltre parlato delle due commissioni indipendenti che verrano organizzate all’interno dell’Università di Amsterdam. “Una prettamente d’inchiesta sulla situazione finanziaria, l’altra di ricerca su decentralizzazione e gestione democratica dell’UvA” ha fatto sapere Enzo Rossi, professore di Teoria Politica, a 31mag.

Tuttavia ancora non si sa come saranno strutturare e potranno agire queste commissioni, mentre in materia di tagli, riorganizzazioni ed investimenti finanziari il Kaderbrief 2016 dell’UvA (il piano operativo annuale) rimane, secondo studenti e professori coinvolti nella protesta, troppo simile a quello degli anni passati.

Certo è che, almeno per quest’anno, diversi gruppi di protesta lavoreranno assieme alle possibilità di cambiamento dello status quo, che a molti, è il caso di dirlo, proprio non piace.

SHARE

Altri articoli