PHOTOGRAPHY

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Una mostra al Wereldmuseum per analizzare l’identità dei caraibi olandesi

L’espansione commerciale olandese, nei secoli passati, ha portato alla creazione di un vasto regno coloniale. Dopo la sua dissoluzione, vi sono stati due approcci ad esso. Il primo consiste nel cercare di non pensare agli aspetti più disumani, come lo schiavismo. Il secondo, invece, vuole provare a farci i conti per affrontarlo e per restituire una dignità a quei popoli. Questi sono alcuni degli obiettivi della mostra Identities – Contemporary Caribbean perspectives curata dalla fotografa olandese Sarah Blokland. L’esibizione, composta dai lavori di diversi artisti visivi, vuole analizzare l’identità dei caraibi olandesi. Il tutto sarà aperto fino al 30 marzo al Wereldmuseum di Rotterdam.

Questi lavori, però, non hanno il solo scopo di legare passato e presente di queste regioni del mondo. L’arte riesce sempre a offrire un’ampia gamma di possibilità per indagare la realtà, compresa quella dell’arte stessa. La curatrice, infatti, mette costantemente al centro il ruolo della fotografia come mezzo per raccontare una storia spesso vista come marginale. Questo avviene anche per i musei stessi, visti spesso come l’unico luogo che possa analizzare l’identità dei caraibi olandesi.

La storia affrontata per approcciarsi a questo tema può essere quella generale o anche quella personale. Il fotografo e filmmaker Kevin Osepa, nato a Curaçao, parte proprio dal suo vissuto per riagganciarsi al mondo afro-caraibico. L’autobiografismo, però, è solo un approccio diverso per raccontare questa società, costantemente tra realtà e magia. L’opera da lui scelta è il film Watamula. Attraverso questa installazione, si cerca di indagare le differenze tra l’identità mascolina tra il popolo olandese e quello di Curaçao.

Un’altra artista di Curaçao, Rachel Morón, parte dal proprio vissuto, particolare quello della sua famiglia. La giovane indaga le proprie origini ebreo-caraibiche, servendosi di lettere, registrazioni audio e fotografie. Il tema parte dall’antisemitismo per riallacciarsi alla nuova vita costruita dalla sua famiglia nei caraibi.

C’è chi decide di focalizzarsi sugli aspetti più violenti della decostruzione del colonialismo. Quinsy Gario, sempre di Curaçao, indaga il razzismo insito nella cultura olandese, focalizzandosi sulla controversa figura di Zwarte Piet. Inoltre, l’artista analizza come viene oggi trasmessa la storia coloniale alle generazioni successive.

 

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