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Un documentario olandese racconta l’estro di Arvo Pärt, compositore minimalista sacro

Un documentario, intitolato That Pärt Feeling – The Universe of Arvo Pärt e diretto dall’olandese Paul Hegeman, cerca di scoprire il genio di Pärt attraverso gli occhi dei musicisti di professione.

Arvo Pärt è un compositore estone. Agli inizi della sua carriera, in cui il suo linguaggio utilizzava tecniche come la dodecafonia e il collage, fu coniato proprio per la sua musica il termine di minimalismo sacro, di cui è un riconosciuto esponente assieme ad autori come Henryk Górecki e John Tavener. Pärt è particolarmente apprezzato per la semplicità dell’ascolto e la trasparenza emotiva delle sue opere.

Il documentario olandese su Pärt dura 75 minuti ed è diretto da Paul Hegeman. Ha avuto proiezioni in vari festival cinematografici in tutta Europa e anche all’Arvo Pärt Centre di Laulasmaa in Estonia.

“Arvo Pärt – racconta Paul Hegeman – è considerato una sorta di recluso. Tuttavia, al lavoro sembra essere l’opposto, unendo un’incredibile sensibilità con l’umorismo e l’energia. I registi che hanno contribuito alla realizzazione del documentario hanno detto che la sua intensa collaborazione con il Cello Octet Amsterdam costituisce una parte fondamentale di questo documentario che getta una luce radiosa sull’universo di Pärt”.

Secondo l’Arvo Pärt Centre, il film offre uno sguardo particolare sull’influenza musicale di Pärt, cercando di capire la meraviglia di esso attraverso gli occhi di musicisti professionisti. “Naturalmente, durante un intenso periodo di prove, il compositore si rivela al pubblico da una diversa prospettiva”.

Condividendo i propri pensieri e le proprie emozioni appaiono come conduttori Daniel Reuss, Raol Boesten e Tõnu Kaljuste; la violinista Candida Thompson; il pianista Ralph van Raat; il direttore artistico di lunga data del Nederlands Dans Theater e il coreografo di origine ceca Jirí Kylián; il giovane compositore estatunitense di musica elettronica di origine estone, Kara-Lis Coverdale e il regista franco-senegalese Alain Gomis.

La colonna sonora del documentario presenta molte delle opere di Arvo Pärt, tra cui Tabula rasa, Summa, Fratres, Solfeggio, Für Alina, Da pacem Domine, Kanon pokajanen, The Deer’s Cry, Trivium, Symphony No. 3, La Sindone, Sieben Magnificat-Antiphonen e My Heart’s in the Highlands.

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