di Massimiliano Sfregola
Photo: screenshot seduta Comites Olanda
Per il Comites Olanda, lasciare tracce chiare ed indelebili della sua attività è sempre stato un problema non da poco: se il Comitato uscito a dicembre accampava ogni scusa e trovava sempre qualche cavillo nel generoso arsenale giuridico italiano, pur di opacizzare le pareti della “Casa di Vetro”, quello attuale -dopo mille litanie- ha concesso alla comunità che dice di rappresentare la possibilità di poter vedere e ascoltare quello che si dicono durante le assemblee.
Praticamente una micro rivoluzione, se si considera che a novembre, il presidente uscito Ernesto Pravisano, sfidando con coraggio il concetto di ridicolo ha organizzato l’ultima assemblea del Comites praticamente a porte chiuse, sostenendo che il verbale garantisce la pubblicità.
Prima dell’invenzione degli apparecchi di registrazione, oltre un secolo fa, probabilmente non esistevano alternative alla trascrizione ma incredibilmente, nel 2022, la tecnologia è talmente economica e la necessità dei rappresentati di poter vedere e valutare il lavoro di un’assemblea pubblica dei rappresentanti così impellente che no, non c’è una valida ragione per non trasmettere le dirette. Non fosse altro perchè lo fanno anche altri Comites. Non ci credete? Sulla pagina FB del Comitato di Parigi, trovate 3 video con le sedute. Sulla pagina FB del Comitato di Londra i video sono 4 e lo stesso per il Belgio. Su quello del Comites Olanda, invece, nulla. Neanche un video delle riunioni. E l’unico che c’era, dopo qualche giorno è sparito.
Abbiamo scritto al Comitato per capire cosa ci sia di così riservato da non poter sostare su una micro pagina FB che ha poco più di 2k followers e ben poche interazioni. Invece, come di consueto ultimamente, hanno deciso di non rispondere. Quelli prima mandavano risposte vidimate e in carta bollata ma almeno rispondevano. Questi nuovi, invece, in ossequio alla natura condominiale del Comites, rispondono solo a chi conoscono.
Per capire l’arcano, cosa si nascondesse dietro tanta riservatezza, ho deciso di sacrificarmi: il video scottante l’ho visto e posso dirvi, senza timore di smentite, che ci vuole un bel fegato a sorbirsi oltre due ore soporifere di banalità, chiacchiere al vento e una tenera e cabarettistica ostentazione di solennità da parte della comitiva del Comites, rigorosamente senza poteri e senza alcuna rappresentatività.
E la democrazia della trasparenza part-time: metà seduta è stata spesa a parlare di cariche, incarichi, mozioni, contro-mozioni, regolamenti, ordini del giorno -manco fosse il parlamento- commissioni, sottocommissioni e polemiche interne tra di loro (un consigliere, pare, avrebbe preso in ostaggio le chiavi d’acceso di FB e non si sognerebbe proprio di restituirle). L’altra metà a criticare la democrazia delle dirette FB che da mezzo, diventano il fine.

Un momento-capolavoro (e forse la causa della richiesta di rimozione) è stato l’intervento di Maria Pia Bianconi, attaché Consolare, che ha un ruolo nelle sedute, in base alla legge che disciplina l’attività dei Comites, ha invitato i consiglieri ad agire uniti senza divisioni, come se le elezioni non si fossero tenute a liste concorrenti. Se il legislatore italiano avesse voluto un’assemblea di quartiere (come forse avrebbe fatto bene a prevedere) non avrebbe indicato un’elezione con liste in competizione. E invece no, per la funzionaria (che non è parte del pubblico ma, appunto, ha un ruolo nell’assemblea) quelli del Comitato devono stare tutti uniti, vicini-vicini.
Il punto più alto toccato dall’attaché stato è una somma analisi sulla fenomenologia di FB: “Perchè deve essere per forza un (sic!) FB dove molte persone, ormai, non accedono più. Soprattutto i giovani. Sul Facebook non ci stanno più andando. E’ invece importante portare alla luce un sito giovane, un sito web che contenga la sua pagina dedicata alle domande e alle risposte che oggi si cerca di fare in FB”.
In realtà, i giovani italiani in Olanda sul FB ci vanno eccome e no, i siti -molti under 30 – li identificano con le pagine dei social, non con i cari-vetusti www. Se in parte è vero che Facebook non è certamente più un social da giovani, non lo è come trend: dal 2019, scrive The Verge, il 13% di teenager americani ha smesso di usare FB. Dal 2019; teenager americani e il 13%. Chiara, no, l’entità della sciocchezza in streaming detta dalla funzionaria del consolato?
Facebook, in Europa, è ancora molto usato, soprattutto tra i giovani italiani in Olanda, perchè ha tre funzioni chiave che non hanno altri social: market place, gruppi per l’housing e listing degli eventi. O meglio: nessun social può contare sul network offerto da FB.
Da dove la funzionaria abbia tratto queste impressioni qualitative o quantitative che le hanno suggerito un de profundis in streaming del social di Zuckerberg non è dato sapere. Le ipotesi sono due: o è un’esperta di media e comunicazio

ne sui social, e attendiamo tutti di sapere su cosa basi le sue affermazioni oppure ha sparato una scemenza di dimensioni cosmiche (e allora la rimozione del video è un ottimo rimedio anti-meme).
Rimane un fatto: l’unico audiovisivo (utilizziamo un termine che gran parte dei consiglieri ultronico-analogici del Comites possano capire) dove l’assemblea insediata da dicembre si può vedere per intero, dove puoi sentire le loro voci, ascoltare cose intelligenti o meno che dicono e magari farti un’idea di come funziona (o piuttosto come non funziona) il nostro ente inutile preferito, quell’audiovisivo non c’è più.
Intanto sono passati 4 mesi dalla loro elezione, sono già costati (circa) 4 mila euro in media di soldi pubblici degli italiani, se il budget del ministero è lo stesso di prima, e stanno ancora a carissimo amico. Tutto da copione, tutto così ultroneamente scontato.