CoverPic | Author: @Special Tribunal for Lebanon | Source: flickr | License: CC 2.0
Non c’è alcuna prova che la leadership di Hezbollah o del governo siriano siano stati coinvolti nell’attacco che uccise l’ex primo ministro libanese Rafiq Hariri nel 2005. È questa la sentenza del Tribunale Speciale per il Libano pronunciata oggi 18 agosto 2020 e riportata da Reuters.
Il Tribunale istituito all’Aia dalle Nazioni Unite ha pronunciato oggi la sentenza sul caso Hariri, in cui quattro imputati – tutti membri dell’organizzazione paramilitare e partito politico sciita Hezbollah – erano sotto processo per cospirazione. Solamente uno dei quattro imputati, Salim Ayyash, è stato condannato.
“La Camera considera che la Siria ed Hezbollah potevano avere dei moventi per eliminare Hariri e i suoi alleati politici. Tuttavia, non vi è alcuna prova che la leadership di Hezbollah sia coinvolta nell’omicidio di Hariri e non c’è prova diretta del coinvolgimento siriano,” ha dichiarato il giudice David Re, leggendo una sintesi della decisione di 2.600 pagine del tribunale.
È stato tuttavia affermato che c’erano prove sufficienti per collegare due membri di Hezbollah a telefoni cellulari presumibilmente coinvolti nell’omicidio di Hariri.
La sentenza del tribunale minaccia di aggravare le tensioni nel Paese, da anni politicamente instabile e in preda a una grave crisi economica. Hariri era il più importante politico sunnita del Libano al momento del suo assassinio, il 14 febbraio 2005, mentre Hezbollah – che gode del sostegno dell’Iran e della Siria di Assad – è un gruppo musulmano sciita.