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Tra terra ed economia: l’ecofemminismo riuscirà a salvarci?

Mentre il mondo continua a sperimentare gli effetti negativi del cambiamento climatico, temi caldi come il veganismo, la sostenibilità e i prodotti senza plastica continuano a passare sui media tradizionali. Ricercatori provenienti da molte parti del mondo accademico hanno già iniziato ad analizzare lo spettro imminente dell’estinzione umana.

Tuttavia, c’è una teoria emergente che merita maggiore considerazione affinché gli esseri umani si adattino facilmente prima della nostra possibile scomparsa: l’ecofemminismo.

Come ricorda Jasmine Nihmey Vasdi, l’ecofemminismo, originariamente creato dalla femminista francese Françoise d’Eaubonne, è una parte del femminismo che collega la donna e la terra come esseri divini. Alcune correnti dell’ecofemminismo includono elementi di spiritualità e paganesimo – anche se questo non è il credo di ogni ecofemminista.

Altre ecofemministe, come Ynestra King in The Ecology of Feminism and the Feminism of Ecology, hanno iniziato a sviluppare le proprie idee e una teoria che si fonda su di una profonda uguaglianza e rispetto tra tutti gli esseri viventi.

Un elemento chiave dell’ecofemminismo è il riconoscimento degli effetti negativi che il dominio patriarcale e il capitalismo hanno avuto sulla natura.

É comprensibile che per lavorare contro il disastro climatico e per salvare il pianeta, lo sviluppo capitalista e patriarcale debba essere abbandonato e sostituito da una società libertaria radicale: dove esiste un rispetto reciproco tra gli esseri umani, la natura e tutti gli esseri viventi.

Alcune ricercatrici ecofemministe hanno già attinto all’idea che il cambiamento climatico sia meglio descritto, come fa Greta Gaard, come “supremazia bianca, capitalista e maschilista” alimentata da una diffusa ingiustizia di genere e razza, sessualità e specie. Secondo la Gaard, è necessaria una completa ristrutturazione della società per salvare il pianeta

Tuttavia, come testimoniano i numerosi leader mondiali che prendono decisioni politiche regressive dal punto di vista sociale e ambientale, una tale ristrutturazione non sembra immediatamente fattibile.

Simili convinzioni di una necessaria emancipazione sociale hanno dato vita anche a un termine correlato, “eco-socialismo”, che può essere sintetizzato come uno spostamento libertario verso una società che si allinea con i valori ambientalisti. Questo può avvenire attraverso una moltitudine di canali: veganismo, agricoltura autosufficiente, educazione ambientale obbligatoria nell’istruzione pubblica, fuga dalla vita urbana a favore di uno stile di vita più sostenibile.

L’unico modo in cui una simile drammatica trasformazione della società potrebbe verificarsi è che le credenze ecofemministe diventino sempre più diffuse. La guarigione delle nostre relazioni individuali con la natura è sufficiente a creare un movimento che può aiutarci a superare i disastri climatici? O è solo un desiderio, un altro movimento di speranza? Indipendentemente dalla risposta, la nostra situazione attuale richiede che almeno ci si provi..

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