Il 2019 porta con sé una grande novità nel mondo del cinema. Si tratta del film biografico di Tolkien, basato sulla vita del famoso scrittore e accademico vissuto tra il 1892 e il 1973. Già proiettato in Inghilterra e in America, in Italia arriverà soltanto il prossimo settembre.
Tuttavia, sembra che l’idea del regista non sia piaciuta ai discendenti di Tolkien. Lo stesso si può dire per Frank Brandsma -professore di Medieval Culture all’Università di Utrecht e appassionato di Tolkien – e per lo studioso dei media Dan Hassler-Forest (ricercatore in Media and Performance Studies).
Hassler-Forest è preoccupato che il film cada nella trappola comune dei film biografici: “Guardando il trailer, il film si pone – alla pari di quasi tutte le biografie cinematografiche – come un tributo acritico a una figura molto amata dal pubblico. Tuttavia, solo gli elementi già noti vengono inseriti nella pellicola, anche se in piccole dosi. In questo modo, l‘immagine della celebrità diffusa tra i fan è pienamente confermata.
Secondo le critiche, il film sottolinea un legame diretto tra la vita di Tolkien e il suo lavoro. Pensiamo, per esempio, al drago Smaug, che diventa il simbolo del trauma vissuto da Tolkien come soldato nella prima guerra mondiale.
Stando alle dichiarazioni di Brandsma, non è cosi che va interpretata la storia. Egli, infatti, crede che si debba procedere oltre una lettura prettamente biografica dei fatti, stimolando i suoi stessi studenti ad una diverso approccio storico.
Perché Tolkien è ora più popolare che mai?
Secondo Hasler-Forest, la sua eredità è enorme: “Possiamo definirlo come abile architetto dei mondi narrativi. A lui si deve quella che ora chiamiamo ‘costruzione del mondo’, un aspetto che caratterizza ormai ogni aspetto della cultura popolare contemporanea”.
È sempre Brandsma a sottolineare un altro aspetto. Secondo lui, infatti, all’interno del contesto accademico, l’influenza del lavoro di Tolkien è divenuta innegabile. “Il suo lavoro scientifico, come quello su Beowulf, è stato così importante che ancora oggi ne parliamo durante le lezioni. Per non parlare del Signore degli Anelli, considerato da molti il libro più importante del ventesimo secolo”.