Più di un mese dopo il terremoto in Turchia e in Siria, poche persone della zona del disastro hanno ricevuto un visto per l’Olanda, dicono gli avvocati dei rifugiati.
Nonostante la priorità che dovrebbe essere data loro quando, ci vogliono comunque settimane per portare qui le persone con parenti già nei Paesi Bassi. Centinaia di familiari provenienti dalla Turchia e dalla Siria hanno dichiarato di voler soggiornare temporaneamente con famiglie nei Paesi Bassi e nonostante Ministero degli Affari Esteri confermi che i visti sono stati rilasciati, non specifica i numeri. Secondo gli avvocati vedono che solo pochi sono autorizzati a trasferirsi temporaneamente con un familiare nei Paesi Bassi.
“L’invio di documenti in Turchia, la fissazione di un appuntamento al consolato e l’elaborazione di un visto fanno sì che l’intero processo richieda settimane”, afferma l’avvocato Ismet Özkara a NOS. Delle quasi quaranta famiglie che assiste dalla zona terremotata, due hanno il visto.
La priorità per le vittime del terremoto quando si richiede un visto si applica solo ai visti a breve termine che consentono a una persona di soggiornare nell’area Schengen per 90 giorni. Un membro della famiglia nei Paesi Bassi, comunque entro il primo e secondo grado, è responsabile dell’alloggio e dei costi della famiglia in arrivo.
Quindi no zie, zii, cugini: per richiedere il visto, la famiglia deve presentarsi ai consolati di Ankara o Istanbul.
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