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Tempi difficili ma il giornalismo di 31mag resiste

Tempi difficili per il giornalismo. Anzi, difficilissimi. Se i grandi hanno alle spalle gruppi importanti -soprattutto per gli editori che hanno interessi anche in altri settori economici- e infrastrutture che consentono loro di stare in piedi anche in perdita, un giornale indipendente non può permettersi questo lusso.

Gli anelli della nostra catena sono stretti perchè a differenza di una testata tradizionale, che basa le sue entrate su vendite e attività commerciali, i meccanismi per noi sono più complessi e meno prevedibili. 31mag, in oltre 8 anni di attività, ha vissuto molte vite e nostro malgrado, continuiamo a costruire un progetto dinamico e adattabile (resiliente) alle intemperie.

Il post-pandemia e la guerra hanno dato inflitto un colpo durissimo alla credibilità dei media, soprattutto di quelli on-line: la dipendenza dai social media ci ha reso tutti più fragili (cambia algoritmo, crolla il traffico) e dipendenti da modelli nuovi che vanno inventati di mese in mese.

Noi, a 31mag, siamo nella stessa situazione: le risorse si sono ridotte di molto e questa situazione ha avuto un impatto sui contenuti originali. Nelle ultime settimane, infatti, abbiamo pubblicato meno approfondimenti e altri lavori originali perchè le nostre finanze sono state tutte concentrate sul tenere l’imbarcazione a galla. Abbiamo sospeso gli internship per concentrarci totalmente sulle news e scelto di lavorare più sullo stream di notizie quotidiane; in questo periodo è fondamentale non dimenticare ciò che accade quotidianamente oltre alla cronaca delle crisi sistemiche.

E’ fondamentale sapere quali misure adotta il governo olandese (e quello belga) per tamponare l’impatto economico di Covid e conflitto in Ucraina, è importante avere uno sguardo sul mercato immobiliare, sui migranti, sulla cronaca nera, sull’istruzione, sulla cultura alimentare, sui diritti. Il background è stato uno dei nostri punti cardine ma in questa fase, per gli alti costi di produzione e le risorse limitate, diventa un capitolo secondario.

Sappiamo che gli abbonati sostengono il progetto e con la sottoscrizione di 60e l’anno si assicurano che continuiamo ad esistere: le news possono leggerle tutti, anche i non abbonati, ma questi ultimi -sostanzialmente- stanno scaricando tutta la responsabilità di sostenere un canale di news in italiano focalizzato su Olanda e Belgio su chi, al contrario, comprende bene il valore del nostro lavoro.

Per tornare a produrre contenuti originali a tempo pieno abbiamo bisogno di più risorse e quindi di più abbonati ma il nostro impegno di produrre news in italiano rimane. Ad oggi, la comunità italiana nei Paesi Bassi è l’unica a poter  fare affidamento su uno strumento di informazione totalmente dedicato a loro: con l’eccezione dei media in inglese, nessun’altra comunità può contare su qualcosa di simile.

E il motivo lo vedete: l’impegno e la dedizione sono a tempo pienissimo ma le risorse e il ritorno limitati. Per questo motivo, per continuare a fare affidamento su un progetto unico nel suo genere, ora più che mai è fondamentale che ogni lettore abituale consideri l’ipotesi di sostenerci.

Rimanere indipendenti, soprattutto indipendenti da soldi pubblici e mercato, ha un costo: noi abbiamo cercato di ridurre al minimo l’aspetto commerciale e non abbiamo mai voluto un cent. dalle istituzioni, per questo il crowdfunding, sotto forma di sottoscrizione annua o di donazione, oggi è più importante che mai.

 

Volete sostenerci? Potete fare in tre modi:

 

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