Il miglioramento nella tenuta dei veicoli ed un miglior sistema di pronto intervento, avrebbero incrementato la sicurezza delle strade. Ma è il “principio definito “sustainable safety”, il vero responsabile del salvataggio di migliaia di vite sulle strade”, dice il ricercatore e blogger Paolo Ruffino sul suo blog.
Secondo Ruffino, se “negli Stati Uniti, il tasso di incidenti fosse ridotto come in Olanda, ogni anno si risparmierebbero ben 20,000 vite. Stesso discorso per l’Italia ed altri paesi europei.” I Paesi Bassi sono notoriamente un esempio virtuoso per il mondo ciclabile ma “il sistema olandese era, come nel nostro caso attuale, “reattivo”. Questo significa che nel luogo dove si manifestavano molteplici incidenti, si interveniva al fine di risolvere le criticità (ad esempio mettendo in sicurezza un incrocio particolarmente rischioso)”, spiega il blogger. Ma negli ultimi 20 anni, dice ancora, l’approccio reattivo sarebbe stato superato da quello: “sistematico” alla sicurezza, incentrato sull’ “eliminazione delle possibili fonti di rischio“.
I cinque approcci del sistema olandese, di cui parla il policy advisor torinese, sono ripresi da uno studio del docente Peter Furth della Northeastern University di Boston: questi studi partono dalla “non infallibilità” dell’uomo che viaggia su trasporti, tentando di prevenire e ridurre a “zero” le possibilità che l’errore umano causi incidenti. Velocità, armonia funzionale delle strade, consapevolezza sarebbero tutti fattori che possono ridurre il rischio di incidenti.