Il governo non ha ancora raggiunto un accordo con gli altri membri della UE, a proposito di una dichiarazione separata olandese che potrebbe far superare le obiezioni dei Paesi Bassi, ha detto il ministro degli esteri Bert Koenders al Parlamento.
Lo scorso aprile, l’Olanda ha respinto il trattato di associazione con un referendum. Anche se il voto non è vincolante e l’affluenza è stata solo del 32%, il primo ministro Mark Rutte si è impegnato a rispettare l’esito delle urne, complice -probabilmente- il prossimo appuntamento elettorale del 15 marzo.
Ma la complessità della materia e la scomoda posizione dell’esecutivo, stretto tra due fuochi, ha fatto optare il premier per una “lunga” pausa di riflessione: a distanza di otto mesi, infatti, non c’è ancora una linea olandese sul tema. Ora il tempo stringe e l’UE chiede una decisione finale. Secondo la stampa nazionale, Mark Rutte starebbe optando per una “soluzione all’irlandese”: ratificare il Trattato ma chiedere all’UE una dichiarazione dove si metta nero su bianco che l’accordo non apre all’Ucraina le porte dell’UE e che non ci sarà libera circolazione per i lavoratori.
I deputati dell’opposizione hanno chiesto a Koenders e Rutte di pubblicare la base dell’accordo in modo che i parlamentari possano discuterne in vista del vertice chiave di Giovedi. ‘Non vi è alcun testo concordato,’ ha detto Koenders nella sua conferenza. ‘Né possiamo dire se la posizione olandese sarà accettata, dato che un certo numero di Stati membri ritengono contenga misure eccessive’
Il primo ministro, avrebbe detto al Financial Times che l’Unione deve accettare tutte le richieste olandesi altrimenti, “non ratificheremo l’accordo”.