di Licia Caglioni
Pare che la sua aurea spettrale solchi i flutti dei mari del Sud avvolta da una fitta nebbia. Alcuni dicono di aver visto un uomo, solo al comando, guidare la nave maledetta che invano cerca di uscire dalla tempesta che avvolge il Capo di Buona Speranza. Nonostante le storie di mare si prestino molto a versioni diverse, l’Olandese Voltante rimane la nave fantasma per eccellenza.
Le versioni sono diverse, ma nella più diffusa siamo attorno al 1650. Un capitano alla guida di un vascello, forse della Compagnia delle Indie Orientali, lotta contro una terribile tempesta nei pressi del Capo.
In alcune fonti si legge che il capitano fosse folle e avesse giurato di portare la nave incolume al di là della tempesta, rimanendo però intrappolato nell’aldilà, costretto a navigare in eterno. Altri testi raccontano una storia ancora più macabra, dove marinai sconvolti cercano di ammutinare, ma il capitano uccide il capo rivolta e appena il corpo dello sfortunato tocca l’acqua del mare, uno spettro compare maledicendo nave e capitano, condannandolo a viaggiare in eterno assieme a una ciurma di morti viventi.
Da allora, si sono susseguiti una serie di “avvistamenti”. Nel luglio del 1881, dalla Bacchante della Royal Navy, un ammiraglio scrisse sul diario di bordo di aver avvistato la “strana aurea rossa” di una nave fantasma. Pochi giorni dopo, durante lo stesso viaggio, morì in seguito ad una caduta in acqua.
Anche tra il 1939 e il 1942 si ebbero “avvistamenti”, registrati nei diari di bordo di alcuni marinai della marina inglese.
Un mito che tarda a morire, insomma.
L’alone di mistero che avvolge la nave è saldato indissolubilmente alla figura enigmatica del suo capitano. Secondo alcuni infatti, il nome Olandese Volante non sarebbe legato alla nave quanto al suo capitano.
Chi è costui? E’ realmente vissuto? Certo è che l’identità del capitano è tutt’ora sconosciuta perché non è stata trovata alcuna testimonianza che leghi uno dei papabili personaggi storici al nome “olandesi volante”.
Ciò che si sa, tuttavia, è che Bernard Fokke era un capitano della Compagnia delle Indie Orientali; famoso per esser stato il primo a viaggiare dall’Olanda a Giava attorno alla metà ‘600. La sua rotta includeva il famigerato Capo di Buona Speranza.
Leggenda vuole che Fokke si sia perso in mare durante una tempesta, proprio nei luoghi dove si vocifera d’avvistamenti. Di certo Fokke si prestava all’immagine di diabolico capitano che, incurante del pericolo, osava sfidare il mare e il vento, navigando a gonfie e vele nella tempesta.
In certi scritti, poi, si trova anche il nome di Vanderdecken (declinato a volte Van der Decken, Van Demien o altro), anch’egli arruolato nella compagnia delle indie e anch’egli persosi in mare durante una tempesta.
Una leggenda, quella dell’Olandese Volante, ripresa negli anni da molti scrittori, apparsa per la prima volta, almeno secondo gli studiosi, nel 1795 quando Author George Barrington scrisse di una non meglio nota nave fantasma che alcuni marinai chiamavano Olandese Volante.
Cinquant’anni dopo Wagner compose Der Fliegende Holländer, un’opera dedicata al capitano (forse mai esistito) della nave fantasma, favorendo di molto la diffusione della leggenda nella storia della letteratura moderna.
Non a caso la Perla Nera, nave fantasma dei “Pirati dei Caraibi”, altro non è che una versione contemporanea in salsa Disney dell’Olandese Volante.