di Francesca Spanò
“Perché non integriamo le alghe direttamente nei cibi?” Se lo chiedeva, un anno fa, Stefania Abbona, CEO e co-founder insieme a Pierluigi Santoro di The Algae Factory. La neonata start-up dalle origini italiane ha preso vita in seno all’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi, che per prima ha finanziato il progetto.
Studentessa in Sicurezza Alimentare lei, studente in Scienze Ambientali lui, hanno unito la passione per le alghe dando vita ad un “social brand” per cui lo snack al cioccolato a base di spirulina diventa mezzo di sensibilizzazione su tematiche di sostenibilità sociale, sia a livello ambientale che umanitario.
“Pensiamo ad essere innovativi non soltanto a livello del prodotto e del food tech”, racconta Pierluigi. “Questa barretta è ricca di omega 3, omega 6 e proteine vegetali. Ma vogliamo essere innovativi soprattutto dal punto di vista so del business model“.
“Volevamo produrre e introdurre sul mercato uno snack più salutare – aggiunge Stefania – aiutando allo stesso tempo le popolazioni dei paesi in via di sviluppo”.
Nel rispetto di quella che in ‘aziendalese’ viene definita CSR o responsabilità sociale di impresa, dalle alghe nasce così la formula Bite4Bite, “ovvero morso per morso” continua Pierluigi. “Ogni volta che si da un morso alla barretta, un altro viene donato alla ONG svizzera Antenna“. La fondazione contribuisce, attraverso la coltivazione di spirulina nelle cosiddette Algae Farm, al concreto miglioramento delle condizioni di salute e nutrimento della popolazione infantile in Africa. Proprio la visita alla prima Algae Farm del Madagascar, insieme al team della start-up, sarà uno dei premi della campagna di crowdfunding, il cui lancio è previsto dopo Settembre.
Ma come si ottiene il binomio alga-cioccolato? I tre grammi di spirulina sono inglobati nella barretta, quindi non si vedono se non dopo il primo morso e solo se si presta attenzione. L’alga, leggermente croccante, si combina perfettamente con una particolare varietà, la extra-dark 70%, che ne copre il sapore mantenendone il gusto “nuovo” per un palato inesperto.
Il packaging, tuttora in fase di progettazione, sarà anch’esso sostenibile: niente plastiche, solo carta nel rispetto dell’ambiente e della filosofia aziendale.
La prima produzione industriale arriverà a fine settembre in concomitanza con il lancio del prodotto all’Expo. Subito dopo, la campagna di crowdfunding e poi la progettazione di tanti altri alimenti creativi già in cantiere.
Li teniamo d’occhio.