“Fare di più con meno”, sembra essere il mantra delle testate nelle attuali contingenze storiche in cui verte il giornalismo. Ma se il “con il meno” non può essere evitato a causa delle difficoltà sistemiche che questo mestiere da un po’ di tempo sta incontrando, è sul “fare di più” che si può cercare di costruire il futuro dell’informazione. Dopo il taglio alla qualità dei propri contenuti (basti pensare alla ripubblicazione massiccia di comunicati stampa), il rischio sempre più incombente è la perdita di credibilità della stampa e la sfiducia del lettore.
C’è chi allora di quel “fare di più” ha fatto la sua strategia di successo. Stiamo parlando del quotidiano online olandese “De Correspondent”, un esperimento ben riuscito di giornalismo lento e di qualità. Le persone si sono abbonate al giornale prima ancora che il giornale esistesse, fidandosi del progetto lanciato dal filosofo e direttore Rob Wijnberg nel marzo 2013, durante una campagna televisiva. Quanti soldi si possono ottenere da una semplice promessa? Chiedendo sessanta euro a ciascun lettore, Wijnberg è riuscito ad ottenere in poco più di tre settimane 1 milione e 300 mila euro di fondi, prima ancora dell’apertura. Segno eclatante che il lettore è ancora disposto a pagare per l’informazione, se ne vale la pena.
Cosa prometteva? “De Correspondent romperà con il modello tradizionale di quotidiano basato sulle notizie, si sgancerà dalle notizie e affiderà la definizione delle proprietà a una squadra di intellettuali più o meno famosi nei Paesi Bassi” ha dichiarato Wijnberg al Niemand Lab. Un tentativo di andare oltre la notizia, cercando di esaminarne cause, contesto e implicazioni.
From News to New”. La linea editoriale di base ha come obbiettivo principale la ridefinizione del valore di notiziabilità. Non comunicati stampa, ma inchieste e approfondimenti su questioni che le testate giornalistiche di solito ignorano. L’idea ancora più rivoluzionaria, che non fa altro che sfruttare le nuove regole dettate da Internet e dal Web 2.0, è poi quella di trasformare i lettori da consumer a prosumer. Che ruolo hanno i giornalisti in tutto questo? Sono mediatori di conversazioni. Loro mettono a disposizione le proprie skills, l’audience fornisce il materiale per la notizia. Ciascun lettore è esperto in almeno un ambito di competenza, che sia fisica quantistica o “sono stato un senzatetto per molti anni e vi posso raccontare per davvero come si vive in quelle condizioni”. Un perfetto esempio di giornalismo partecipativo. Anche l’innovativa grafica, curata dall’agenzia di design Momkai, incoraggia questa nuova forma di interazione. Non semplici “Commenti” ma “Contributi”.
Crowdfunding. Il “De Corrispondent” è un’impresa commerciale for-profit, ma il suo modello di business ha come obbiettivo quello di vendere contenuti ai lettori, e non lettori ad aziende pubblicitarie. Le sue entrate derivano principalmente da sottoscrizioni, donazioni e parternship. Il principale obbiettivo è migliorare l’informazione, non riempire le tasche degli azionisti. “I nostri lettori sono i nostri migliori ambasciatori: la maggior parte delle nuove sottoscrizioni arriva dopo la lettura di un articolo condiviso da un follower”.
Un progetto troppo utopico? Per ora sembra funzionare. Con la sua linea editoriale senza compromessi, la sua grafica interattiva e innovativa, i suoi ideali prima del profitto, e i suoi lettori che diventano attori, De Correspondent rappresenta una nuova ambiziosa scommessa sul futuro del giornalismo.
Sofia Raisaro