Abbiamo a che fare con un’inflazione alle stelle da un anno e mezzo ormai. Ciò si riflette, tra le altre cose, sulla nostra bolletta energetica e sulla spesa. I critici pensano che le aziende stiano approfittando della situazione e alzando ancora di più i prezzi per il proprio tornaconto: la cosiddetta inflazione arraffata. Gli esperti ne dubitano.
La discussione sull’aumento dei prezzi dei nostri generi alimentari ha ormai raggiunto un punto di ebollizione. Aziende come la catena di supermercati Ahold Delhaize sono state recentemente criticate per aver deliberatamente aumentato i prezzi dei prodotti, ben oltre il necessario dovuto all’inflazione.
Secondo gli economisti di Rabobank, l’aumento dei prezzi nei Paesi Bassi avrebbe potuto essere inferiore di oltre 2 punti percentuali lo scorso anno. “Il fatto che le aziende abbiano aumentato i loro margini in tempi di alta inflazione può indicare una mancanza di concorrenza e lo sfruttamento del potere di mercato. Anche altri motivi possono giocare un ruolo negli aumenti dei prezzi relativamente forti”, affermano gli economisti di Rabobank a NU.
L’associazione degli imprenditori olandesi AWVN si scaglia contro il termine “specuflazione” (Graaiflatie): “Naturalmente ci sono aziende che realizzano profitti, ma molte piccole e medie imprese stanno ancora lottando [per sopravvivere]. Il suggerimento non è corretto e, inoltre, c’è una generalizzazione eccessiva”, afferma un portavoce.
Jasper Lukkezen, macroeconomista dell’Università di Utrecht, sottolinea che i prezzi sono aumentati in vari settori ma secondo lui non ci sarebbe un deliberato e generalizzato obiettivo di guadagnare dai costi aumentati.