di Alessandro Pirovano
Il trend positivo del partito di Wilders, PVV, non pare volersi arrestare. Allarmismi xenofobi e richiami identitari fanno sempre più breccia nell’elettorato olandese che, secondo le ultime rilevazioni del rinomato (sebbene a volte discusso) peil.nl, sarebbe pronto a votarlo in massa, permettendogli di raggiungere percentuali fino ad ora non immaginabili.

Dai 15 seggi attuali, secondo i sondaggi, il PVV balzerebbe a quota 38, incassando quasi il voto di un olandese su 4 e diventando primo partito dell’Olanda. Una crescita decisa che non lascia prigionieri sia tra le forze di governo che le altre realtà dell’opposizione: nessuna, in questa fase, sembra capace di interpretare e di farsi portavoce dei sentimenti diffusi tra gli olandesi più del PVV.
In caduta libera (meno 50 seggi) le forze di governo, il liberale VVD e il socialdemocratico PvdA, avvitate in una crisi di consenso che coinvolge anche l’attuale governo Rutte: il centrodestra olandese sembra essere penalizzato dalla gestione della questione migratoria, dai finanziamenti versati alla Grecia (nonostante la promessa di non prestare “un euro in più” al Paese ellenico) come pura dalla crisi delle relazioni diplomatiche ed economiche con la Russia di Putin.
Tra l’opposizione centrista si registrano valori stazionari o in diminuzione, a suggerire la capacità di attrazione anche dell’elettorato moderato da parte del populista Geert Wilders, padre-padrone del PVV.
Per quanto riguarda la situazione a sinistra, anche qui la questione migratoria sembra aver modificato gli equilibri di forza tra gli attori in campo. Appaiono in crescita (+7 su base annuale) i GroenLinks, i rosso-verdi olandesi, da sempre più attenti ai diritti di cittadinanza rispetto al Partito Socialista (SP) che, invece, segna nel bilancino delle rilevazioni elettorali una contenuta perdita di consensi (-2).
Dato sorprendente, quasi una nota di colore, è il raddoppio del Partito dei Pensionati che sarebbe in grado di primeggiare tra la pletora dei partiti-cespugli della politica olandese. Forze assolutamente minoritarie che, però, potrebbero assumere un ruolo più importante qualora una vittoria consistente di Wilders dovesse spingere a una “Santa Alleanza” democratica: per arginare il politico di Venlo ed evitare il rischio che l’Olanda diventi l’Ungheria del Nord Europa.