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Sociologo olandese su “smart lockdown”: nostra società basata su responsabilità individuale

Ai tempi del coronavirus, alcuni hanno voglia di incontrarsi con gli amici (pochi, meglio se meno di tre). Altri, invece, preferiscono tenere chiuse le porte di casa. Omroep Brabant, emittente pubblica del Nord Brabante, ha sollevato la questione su Facebook, e molti si sono sentiti di dare la propria opinione sul distanziamento sociale.

La vera domanda è: come gestire una situazione di disaccordo con i propri amici e familiari? C’è chi ritiene che due metri di distanza vadano bene, altri pensano si debbano autorizzare anche raduni di piccoli gruppi, ed altri no. Le persone aderiscono alle norme in modo diverso. E per questo, talvolta, si verificano fraintendimenti su cosa sia lecito fare, e cosa no.

“Mi arrabbio quando vedo che la gente viva come se nulla fosse successo, mettendo a rischio gli altri, me inclusa,” commenta Anne-Marie su Facebook. “Mi irrito molto quando vedo la gente incontrasi con persone che non fanno parte del proprio nucleo familiare” Scrive Linda. “Non ti preoccupare,” qualcun’altro scrive. “Ognuno tratta il problema in modo diverso.”

Perchè si innescano discussioni di questo tipo? Principalmente perché le persone interpretano le regole in modo diverso, afferma il sociologo Peter Acheterberg dell’Università di Tilburg. “Si possono visitare solamente tre persone al massimo, ma è meglio non farlo. Alcuni prendono la parte del “meglio non farlo” fin troppo seriamente, altri come un invito a “non c’è nessun problema, usciamo”.

Secondo Achterberg, persone con diverse aspettative e idee guardano a ciò che è vietato in modo diverso “Questa è la ragione per cui sorgono delle differenze nelle interpretazioni. Questo è il motivo per cui ad un’unica istruzione, le persone rispondono con comportamenti diversi.”
Il sociologo pensa anche che questo abbia a che fare con la nostra situazione personale –  come la valutiamo e come applichiamo nello specifico le regole.

L’esperto ha fatto l’esempio di alcuni conoscenti in Spagna. “Nel loro complesso abitativo, una famiglia ha un cane che viene costantemente “preso in prestito” in modo tale che i componenti possano sempre uscire (portare in cane a spasso è ancora consentito lì). Insomma, le persone cercano sempre di dare un’interpretazione che possa essere favorevole per la loro situazione. In questo modo possono continuare beatamente a fare quello che vogliono”.

Ma cosa fare quando si hanno opinioni divergenti sul distanziamento sociale? “Penso che la base sia la comunicazione” asserisce il sociologo. “Provare a rifiutare da entrambe le parti interessate gli incontri con altre persone. Infine, cercare di abbassare il tono di tanto in tanto.”

Perché non importa quanto le regole siano chiare, ci saranno sempre interpretazioni che differiscono tra loro, e quindi, ci saranno sempre scontri. “Questo significa vivere insieme.  come stare nel traffico: ci sono sempre delle controversie su cosa sia lecito fare, e cosa no, nonostante le regole ci siano e siano chiare”

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