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Six Collection. Il lancio della raccolta fondi per la conservazione del “Tulip Book”

Il “libro del tulipano” di Nicolaes Tulp è più di una collezione di 104 acquerelli di fiori del XVII secolo. L’eminente storico Geert Mak lo ha definito una “sorprendente testimonianza della prima speculazione in epoca moderna”.

Il libro dal valore di 750.000 euro è un catalogo di immagini che riporta attentamente il valore di mercato dei bulbi di tulipano nel 1600: il loro peso veniva misurato in asen come quello dei diamanti. All’epoca i bulbi furono oggetto di una vera e propria febbre speculativa.

Per evitare che venga venduto all’estero, la Six Collection ha lanciato una campagna di crowdfunding che ha come protagonista proprio il libro dell’artista Jacob Marrel. Una delle famiglie più famose dei Paesi Bassi, i cui antenati furono dipinti da Rembrandt, vuole aggiungere il libro alla collezione delle sue fondazioni. Una scelta non casuale, ma finalizzata alla preservazione della cultura olandese.

I nipoti, una volta ereditato il libro, avrebbero deciso di venderlo all’estero, ma Jan Six van Hillegom X si è opposto. È riuscito a raccogliere un’elevata somma grazie al denaro ricevuto da una banca e da un privato, e ora ha avviato una campagna di raccolta fondi per rimborsare il prestito.

Questo libro è così speciale e vorrei che rimanesse in Olanda, Non riesco nemmeno ad immaginare che possa arrivare in Arabia Saudita, in America, addirittura in Kazakistan o in Turchia: è olandese e deve rimanere tale”.

Alcuni anni fa, gran parte del patrimonio inestimabile della famiglia è stato donato a cinque fondazioni senza scopo di lucro.

Six van Hillegom X, grazie all’aiuto di 42 donatori, ha raggiunto una quota di circa € 300.000. Tuttavia, questa cifra non è sufficiente a coprire il prestito e c’è tempo fino al 31 dicembre per raggiungere l’obiettivo, in modo tale che il libro possa entrare a far parte della collezione delle fondazioni.

La House of Six museum-cum-home sull’Amstel può ospitare fino a 9.000 visitatori all’anno e offre una visione unica degli oggetti di vita appartenuti ad una famiglia reale e privilegiata. Ecco perché Six ritiene che il libro appartenga a questo posto, piuttosto che al Rijksmuseum, dove sono esposte pagine strappate di altri cataloghi di fiori.

La Collezione Six ha riprodotto il libro del tulipano in una versione stampata in inglese e in olandese per sensibilizzare alla campagna di raccolta fondi. Un’introduzione spiega come i bulbi siano partiti dal Kazakistan passando attraverso la Turchia, e siano arrivati a Leida tramite un ambasciatore olandese nel 1593. Da quel momento, i fiori sono diventati così di moda che tutte le donne di corte francesi hanno cominciato ad indossarli come veri e propri gioielli.

Nel 1626, l’antenato di Six, Claes Pieterszoon, è diventato un chirurgo e ha deciso di cambiare il suo nome in Nicolaes Tulp ispirandosi al nome del fiore. Solo un decennio dopo, il nome del fiore ha acquisito una nuova importanza, arricchendosi di significati diversi. Secondo lo storico Mark, il primo mercato dei fiori nei Paesi Bassi è nato quando il bulbo “improvvisamente è passato dall’essere un oggetto di lusso a un progetto di investimento“.

Circa 5.000 persone ad Haarlem, Amsterdam e Utrecht iniziarono a puntare sul valore stimato dei bulbi prima ancora che fossero fioriti, senza badare a spese. Un bulbo arrivò a costare quanto una piccola proprietà di campagna e dieci volte il reddito annuale di un lavoratore. Una vera e propria mania che cessò soltanto dopo il 1637.

Secondo quanto testimoniato dal libro, per ironia della sorte, le strisce rosse e bianche che hanno reso il tulipano così attraente sono il segno di un virus che ne influenza la riproduzione. Con tutta probabilità, il libro del tulipano è stato creato per offrire un quadro descrittivo sull’aspetto dei fiori.

Attribuita a Marrel, l’opera ha un valore stimato di 750.000 euro. Ma il barone, discendente di Nicolaes Tulp, crede che questo libro valga molto di più, in quanto cuore pulsante nella storia unica della Six Collection.

“Non si tratta del libro né dei dipinti”, afferma Six van Hillegom X. “Si tratta dell’emozione che è in grado di evocare”.

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