Lunedì scorso si è tenuto un meeting virtuale tra la Ministra dell’educazione per la Comunità francese Caroline Désir, i sindacati degli insegnanti, i rappresentanti delle scuole e dei genitori per decidere come riaprire le scuole. Il comitato scientifico ha suggerito un via libera per le primarie mentre, per le scuole superiori, l’ok sarebbe solo per gli studenti dell’ultimo anno
Una decisione era già stata presa in precedenza per la Vallonia: gli esami, inclusi quelli che permettono il raggiungimento di un certificato, sono stati cancellati. I giovani verranno infatti valutati sulla base del lavoro svolto durante l’anno, con la possibile aggiunta di un test basato sul recente apprendimento. “Vogliamo lavorare il più possibile tenendo in considerazione i bisogni degli studenti”, aveva detto Karin Struys, una portavoce della Comunità a Het Nieuwsblad. “Dopo tutto, dobbiamo occuparci di vari livelli di educazione e vogliamo dare le stesse opportunità a tutti”, ha poi aggiunto.
Il lockdown per ora durerà fino al 3 maggio e sono attese le linee guida sul ritorno o meno a scuola. Si pensa che il ritorno sarà solo parziale e nel rispetto del distanziamento sociale. La priorità verrà data ai ragazzi che dovranno iniziare la scuola secondaria a settembre prossimo e che dovranno quindi mettersi in pari con il programma.
Il GEES, cioè il gruppo incaricato di preparare l’uscita dal lockdown, sta prendendo in considerazione i suggerimenti anche dei pediatri. Secondo i medici, i gruppi vulnerabili di bambini, per esempio quelli che sono affetti da malattie immunosuppressive, non dovrebbero tornare a scuola. Sarebbe, infatti, troppo pericoloso esporre questa categoria di persone all’intera massa di bambini che, magari anche senza saperlo, sono venuti a contatto con il virus.
Nelle Fiandre, invece, le scuole di lingua olandese hanno deciso che organizzeranno gli esami finali in loco. Contrariamente a quanto annunciato da Bruxelles, il Ministro per l’educazione fiamminga Ben Weyts ha detto che gli esami dovrebbero svolgersi l’ultima settimana di giugno, o più tardi nonostante i sindacati degli insegnanti abbiano protestato.
“Ci focalizzeremo sull’essenziale” ha detto Weyts a Terzake. Lo stesso ha aggiunto che “se non dici che l’apprendimento verrà verificato in qualche maniera, rischi che i ragazzi non siano più motivati a studiare”. “Bisogna ricompensare i ragazzi per il loro lavoro, perciò concentrerò tutti gli esami nell’ultima settimana di giugno”.
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