di Veronica Fumarola
Annaserena Ferruzzi abbandona l’Italia e si trasferisce in Olanda, per amore, più di quarant’anni fa. È una mamma, da qualche tempo anche una nonna felice. Nella sua casa immersa in uno dei quartieri più benestanti e antichi della città, proprio nella strada che costeggia il Vondelpark, ha sede anche la sua piccola casa editrice “Serena Libri”.
I primi passi nei Paesi Bassi
“Mi sono trasferita ad Amsterdam perché ho sposato un olandese”, racconta “e per vent’anni ho insegnato all’Università e poi all’Istituto di italiano”. Stanca della meticolosa burocrazia olandese, a un certo punto, Annaserena ha deciso di reinventarsi, mettendosi in proprio. Subito scartata l’idea di un’attività indipendente nell’horeca, se ne fa però strada un’altra: “L’unica cosa che ho avuto sempre intorno a me erano libri così ho pensato che aprire una casa editrice fosse una soluzione possibile”. Un’idea ponderata e stimolata anche dalle continue lamentele del libraio con cui per anni, aveva intrattenuto ottimi rapporti: “È possibile che non si riesca più a trovare Pavese tradotto? Mi diceva”. Pavese, in effetti, come altri importanti autori italiani, non erano ristampati ormai da anni. Questa constatazione è stata la molla che le ha fatto decidere di tuffarsi in un mondo nuovo che appena conosceva. “Naturalmente di come funzionasse una casa editrice non sapevo niente. Avevo una sorella in Italia, a Venezia, che ne gestiva una. Era piccola e per me rappresentava il giusto termine di paragone. Ho deciso di chiederle aiuto.” In quel periodo insegnava ancora ma nel frattempo stava lavorando per avviare la sua attività: “Ho fatto due anni mostruosi: ho incontrato editori ad Amsterdam, ho chiesto consigli, ma a parte la voglia di scegliere un libro, di farlo tradurre e pubblicare non sapevo altro. Poco alla volta, però, ho imparato tutto e così, a fine 1997, ho cominciato”.
La scelta dei libri da pubblicare
“Sono partita con nomi della letteratura che adoravo: Leonardo Sciascia, Calvino, Gadda. Naturalmente, ho seguito soprattutto il mio gusto personale”. Lo scopo della casa editrice è sempre stato quello di far conoscere la letteratura italiana agli olandesi, ma nel corso degli anni le cose sono cambiate: “Serena Libri” non pubblica più solo libri degli anni Cinquanta, ma anche “libri di ieri”. “L’ultimo libro che abbiamo comprato, ad esempio, è quello che ha vinto il premio Campiello a settembre, ma abbiamo spesso pubblicato autori che qui in Olanda non erano mai stati tradotti” continua Annaserena. Un importante fattore che determina la composizione del catalogo è rappresentato dal contesto storico del libro: la scelta ricade sempre su titoli il cui contesto è comprensibile da chi vive la realtà olandese.” dice ancora la Ferruzzi.
Il lavoro in pratica e alcune curiosità
“In generale, mi occupo di tutto” afferma Annaserena. Per le traduzioni, invece: “Diversi freelance lavorano per me; io propongo loro un libro da tradurre ma capita spesso che abbiano letto qualcosa di interessante e lo propongano”. La carriera da docente universitaria le è tornata molto utile: per molto tempo, infatti, si è affidata ai suoi vecchi studenti diventati, con il passare degli anni, traduttori. Nel catalogo si trovano libri gialli, i “classici” e i “libri piccini” come li definisce Annaserena. “Gli olandesi odiano i libri sottili, quindi il formato è più piccolo in modo che vengano stampate più pagine. Poi a me piacciono i libri tascabili, quelli che si possono mettere in borsa”. Divertente l’idea per la quarta di copertina: “E’ sempre scritta in un carattere abbastanza grande per permettere a tutti di poterla leggere, soprattutto a coloro che non hanno voglia di prendere gli occhiali dalla borsa!”.
Il giardino di “Serena Libri”
Per alcuni anni, il quartier generale di Serena Libri è stato un luogo di ritrovo, di confronto e di discussione per gli appassionati di letteratura. “A un certo punto ho avuto la possibilità di acquistare la casa e il giardino confinanti” prosegue la publisher italiana “e ho deciso di sfruttarli per per presentare i libri editi dalla casa editrice.” Gli incontri sono andati avanti circa per cinque anni: “Sceglievamo un libro e ne discutevamo: un gruppo lo faceva in olandese e un altro in italiano. Nascevano delle belle conversazioni” racconta. Da buona italiana, tutto era accompagnato da calici di vino e stuzzichini preparati con le sue mani, ma a un certo punto l’avanzare dell’età, i troppi impegni hanno determinato la fine degli incontri.