SCUOLA Gli istituti nei quartieri poveri faticano a trovare soldi. E a farne le spese studenti e insegnanti

Le scuole dei quartieri poveri faticano a trovare i fondi necessari per il mantenimento di una buona offerta formativa. Secondo fonti del Volkskrant, mancano i soldi per classi extra e attività di recupero nonostante gli istituti ricevano sussidi statali aggiuntivi da stato e comuni.

Eric van ‘t Zelfde, direttore del OSG Hugo de Groot di Charlois, Rotterdam, ha definito una “grande bugia” la percezione che l’istruzione nei quartieri poveri sia di bassa qualità. Le strutture, al contrario, sono per il dirigente “una rete di sicurezza per i ragazzi più disagiati e l’unica opportunità di avere un futuro migliore”, ma soprattutto ottengono ottimi risultati grazie alla forza di volontà degli insegnanti.

Succede infatti che i professori dell’Hugo de Groot lavorino in media 60 ore a settimana piuttosto che le normali 36, spesso senza straordinari pagati, perché mancano i fondi per assumere nuovi docenti. E scarseggiano anche i soldi per assistere i giovani, i quali molte volte presentano disturbi specifici dell’apprendimento e problematiche legate a povertà e violenza.

Ma Rotterdam non è un caso isolato. Kees Buijtelaar, direttore del Comenius Lyceum ad Amsterdam-West ha problemi nell’organizzare classi extra senza sforare i limiti di budget. Anche nella capitale succede allora che i professori lavorino gratis e che l’offerta formativa sia limitata dalla mancanza di denaro.

Mancano soldi, insomma. Un problema già sollevato lo scorso anno da una trentina di scuole primarie di Amsterdam, anche queste situate nei quartieri più poveri della città, che avevano protestato per la mancanza strutturale di fondi.

Il sottosegretario all’educazione, Sander Dekker eletto in quota VVD, per ora ha preferito non commentare la questione.

 

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