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Scandalo sussidi, Rutte ammette responsabilità. Ma solo dal 2019. E annuncia: non lascio

Source pic: screenshot Tweede Kamer

Il primo ministro Mark Rutte dice di essere “ovviamente” responsabile dello scandalo dei sussidi, che ha portato venerdì scorso alle dimissioni il suo governo ma insiste che è stato coinvolto direttamente solo nell’estate del 2019, quando, è diventato chiaro quanto fosse seria l’intera faccenda.

“E questo vale per tutti, questa è l’intera tragedia di questo caso”, ha detto Rutte durante il dibattito, secondo NOS. Le critiche al premier sono state molte e dall’opposizione, la responsabilità del primo ministro sarebbe stata sottovalutata. Anzi: alcuni hanno ricordato, dice NOS, che nel 2013 lo stesso Rutte aveva presieduto il comitato ministeriale antifrode e quindi l’approccio fiscale “duro” era, certamente, farina del suo sacco.

Rutte ha riconosciuto che questa enfasi sulla prevenzione delle frodi potrebbe aver “involontariamente” spinto alcuni funzionari a fare di più ma non accetta responsabilità politiche: secondo lui tra la sua azione e lo scandalo non c’è collegamento.

Rutte si è scusato personalmente con il deputato del CDA Pieter Omtzigt per l’inadeguatezza delle informazioni offerte dal governo al parlamento: Omtzigt ha chiesto più volte molti documenti, su tutti un dossier “esplosivo” senza ottenere nulla. Secondo il primo ministro, non c’erano motivi politici dietro le poche informazioni fornite al parlamento.

Omtzigt non è convinto: secondo lui, quando è stata chiara a tutti nel governo l’entità dello scandalo, nulla è successo. Anzi, l’amministrazione, per un po’, ha continuato come se nulla fosse. E il governo non è intervenuto.

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