Il Belastingdienst non intende azzerare i debiti che le vittime hanno contratto a causa dello scandalo dei sussidi, dice Trouw. I 30.000 euro di risarcimento che i genitori vittime della vicenda da incubo che ha portato il Rutte III alle dimissioni, potrebbero trovarsi in una situazione più kafkiana di quella già vissuta: le autorità fiscali non sono disposte a rinunciare alla loro posizione di primo creditore, quindi, quando il governo erogherà i 30mila euro promessi alle famiglie colpite dallo scandalo, una buona parte di quei soldi, semplicemente, tornerà all’amministrazione.
L’Amministrazione delle imposte e delle dogane vuole concludere accordi con i principali creditori, in modo che rinunciano ai crediti nei confronti dei genitori ma allo stesso tempo, le autorità fiscali non sono disposte a rinunciare ai propri crediti. Infatti, poiché l’Amministrazione fiscale e doganale è legalmente sempre la prima ad agire in caso di riprogrammazione del debito, tali crediti hanno la precedenza sugli altri creditori, spiega Trouw.
Lo schema elaborato dal governo, insomma, non protegge il denaro che il governo vuole erogare e rischia di rendere ancora più difficile la posizione dei genitori.
Gli amministratori riuniti nel Beroepsvereniging Bewindvoerders Wsnp (BBW) e che hanno lasciato il tavolo con il governo, perché non concordano con la scarsa tutela della posizione dei genitori, ricordano che a novembre la Camera all’unanimità ha approvato una mozione che invitava il governo a “garantire che dopo il risarcimento i problemi finanziari saranno risolti nella loro interezza e che i genitori abbiano i margini finanziari per ricominciare”. L’attuale proposta è giuridicamente insostenibile e lascia i rischi del risarcimento dell’intero danno principalmente ai genitori, spiega Trouw.
La BBW chiede alle autorità fiscali di “fare un passo indietro”: se il Belastingdienst rinuncia alla sua posizione di creditore principale, allora c’è margine di manovra per evitare che la situazione si faccia persino più vergognosa di quanto già non sia stato visto.
Ogni soluzione di “protezione” del credito è legalmente insostenibile, avvertono gli amministratori. Inoltre, l’idea di lasciare i casi danneggiati per oltre 30mila euro ad una commissione, secondo BBW è pessima: sarà a carico dei genitori stessi dimostrare di aver subito un danno più grande.
Gli amministratori richiamano il governo alle sue responsabilità: l’esecutivo riconosca formalmente la responsabilità per il danno subito dai genitori e la responsabilità del risarcimento, dicono. Il caso deve essere posto fuori dalla legge ordinaria, insistono gli esponenti del BBW.
In una risposta, il Belastingdienst ha detto che avrebbe “letto e studiato” la lettera degli amministratori e che sta “lavorando su accordi flessibili per le persone indebitate”.