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Amsterdam, le scampagnate neonazi e i partiti condominiali

di Massimiliano Sfregola

 

Una manifestazione di neofascisti ad Amsterdam, di per sé rumore lo fa. Figuriamoci, poi, se in città arriva la terza manifestazione fascista/populista in un mese; vale la pena dare uno sguardo, no? Infondo lo sforzo lo avevo già fatto per Pegida, perchè “negare un pò d’attenzione” a quelli dell’NVU che almeno, fascisti, lo sono senza remore? Non che la politica olandese sia in alcun modo condizionata dai gruppuscoli identitari ma il PVV, rimane nei sondaggi il primo partito del Paese e nonostante differenze “ideologiche” dividano molto questa destra “popolare” e quella di Wilders, non è un mistero il flirt populista. Se non ci credete, date uno sguardo ai cv di deputati e consiglieri del PVV.

Complice la splendida giornata pre-primaverile, pedalare verso il centro non è stato uno sforzo poi cosi grande ma arrivati nei pressi di Waterlooplein, non distanti dalla Stazione Centrale, lo scenario da “sabato del villaggio Amsterdam” cambiava di colpo: un via vai di blindati della politie e un muro di agenti in tenuta antisommossa, chiudevano a tutti l’accesso alla piazza della Stopera. Ammessa solo la stampa. Certo gli attivisti dell’NVU non hanno una gran reputazione: tra croci uncinate, hooligans e amicizie in Germania e nelle Fiandre, non c’è un loro corteo negli oltre 40 anni di cameratesca storia del partito che non sia finito con scontri ed arresti. Molti nemici molto onore, insomma. neonazi2E tutto questo, pensate, con poche decine -non poche centinaia- di militanti. Superati tre “check-point” e giunto sul ponte tra Stopera e Rembrandt la scena era da “28 giorni dopo”: il deserto, l’esercito e qualche solitario fotoreporter che scatta foto; a cosa non si sa. Ma siamo sicuri che la manifestazione è oggi? Dei neonazi nenche l’ombra. Avranno rinunciato? Non finisco di pensarlo che due autobus fuori servizio si fanno strada, scortati da alcuni agenti in moto, e si fermano proprio a due passi da me: eccoli, sono arrivati i fascisti. Mentre si aprono le porte dei due bus, la troupe televisiva li presente insieme a me, ha già imbracciato la videocamera, pronta a filmare svastiche sulle bandiere, teste rasate e giacconi “bomber” neri. Ed ecco la delusione: dai bus scendono, al massimo, una trentina di persone. I mezzi sembravano pieni, visti a distanza e in realtà pieni lo erano. Di agenti di polizia. Magari per proteggere l’autista musulmano (ah, che sfregio!) del primo mezzo o forse, semplicemente, per salvare i neonazi dalle attenzioni delle organizzazioni antifa della capitale, che avrebbero volentieri passato del tempo con loro.

Costant Kusters

La fauna scesa dai mezzi, sembrava strappata ad un episodio di “This is England” ma in salsa batava: volti di provincia, età media over 40, facce da stadio. Un dispiegamento di forze di polizia come quello organizzato dal sindaco, sarebbe stato eccessivo anche se avesse parlato Wilders in persona. Figuriamoci per un corteo di “boeren” che vanno a fare una scampagnata ad Amsterdam. A guidare la combriccola il segretario Constant Kusters, appassionato del Fuhrer (passione mai rinnegata) e noto alle cronache olandesi per un paio di processi per istigazione alla xenofobia. Uno coriaceo, va detto, che nonostante i risultati non proprio esaltanti del suo partito (il picco elettorale è stato dello 0,7% ad Arnhem, la sua città natale) non ha mai pensato di dimettersi. A vederlo, più che un neonazista, sembrava un rappresentante di prodotti per la casa: per arringare la sua “volks unie” familiare, li ha fatti disporre uno accanto all’altro dietro una fitta schiera di striscioni e “prinsenvlag”, bandiera nota come simbolo del Sudafrica ai tempi dell’apartheid. Almeno le bandiere, quelle si, erano tante. Quanto ai contenuti del suo discorso e di quello di altri attivisti (avranno parlato in 5/6 su 30) possiamo anche sorvolare: tra plutocrazia, rifugiati, governi e “fascisti di sinistra” non si è salvato nessuno. A parte i nazionalisti, ovvio. neonazi

Per espressa disposizione del sindaco di Amsterdam nessun riferimento, anche indiretto, a fascismo o nazismo sarebbe stato tollerato. Gli attivisti dell’NVU sono stati piuttosto diligenti, “limitandosi” ad allusioni mascherate dietro la mitologia celtica o gli slogan antirifugiati e anti-islam; qualche camerata, però, la comitiva in trasferta doveva lasciarcelo per forza: un saluto romano e uno striscione inneggiante al gruppo “Combat 18”, movimento ‘ariano’ affiliato ai temibili “Blood and Honour” hanno fatto scattare l’arrestatie team. E i due sono stati portati via con tanta rapidità che nè fotografi nè cameramen ufficiali, annoiati e seduti in un angolo a fumare sigarette e parlare di calcio, sono riusciti ad immortalare il momento.

 

Per il resto, a parte le proteste dall’altro lato del canale, dove gli antifascisti si erano riunito per farsi sentire dalla  comitiva in trasferta, e la cronista di PowNed, che è riuscita -tanto per cambiare- a farsi prendere a male parole, poco o nulla altro. Kusters ha usato, con scaltrezza, il palco offerto dal comune di Amsterdam per fare al suo movimento una pubblicità gratuita difficilmente pensabile in altro modo. Rimane da chiedersi, visto l'”esercito” schierato dal sindaco Van der Laan, quanto sia costata questa scampagnata. E soprattutto; se questa parata da perizia psichiatrica, più che da camera di sicurezza, non fosse possibile risparmiarla alla città. D’altronde pietà, ci stavamo ancora riprendendo dallo shock della testa mozzata all’ora di punta: adesso ci mancavano giusto i nazisti del terzo millennio.

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