di Silvia Granziero e Veronica Fumarola
La manifestazione “Safe passage” è iniziata alle 13 di ieri, sabato 27 febbrario, in una Museumplein soleggiata e gremita di persone, scese in piazza per mostrare la propria solidarietà ai profughi siriani. L’evento, sostenuto tra gli altri da Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Socialisme.nu, Stichting Bootvluchteling, Comitè 21 maart, è stato promosso soprattutto da Diana Kretschmann e Lee Tolman. Quest’ultima ha affermato: “Siamo qui per far sentire la nostra voce, perchè i governi non stanno facendo il loro lavoro. Lo scorso anno 57000 rifugiati sono arrivati in Olanda; con la mia organizzazione ci impegniamo per aiutarli a trovare un alloggio, ma il governo ha approvato un nuovo piano che prevede il rientro in Turchia, che non è un posto sicuro in cui tornare, ora”.
Dopo le organizzatrici, intervallati da diversi contributi musicali, dal palco sono intervenuti l’Emergy Desk Manager Artsen Zonder Grenzen Karline Kleijer, la referente di Stichting Bootvluchteling Hans Boersma, il direttore di Amnesty International dei Paesi Bassi Eduard Nazarski, la referente di ReInform Nikoletta, il fotogiornalista siriano Mohammad Abdulazez, egli stesso rifugiato. Il quale, commosso, ha affermato: “Io non credo nei confini tra le persone; tutti hanno il diritto di spostarsi e andare dove vogliono. Non importa quanti ostacoli e quanti muri costruiranno: la gente continuerà a venire in Europa per salvarsi e salvare le proprie famiglie”.
Nel frattempo, sempre in pieno centro, davanti alla sede del Comune, un altro gruppo di manifestanti protestava contro le scelte del governo sulla questione dei richiedenti asilo. Non c’è però stato alcun contatto tra i due cortei e tutto è filato liscio, nonostante i manifestanti di Museumplein abbiano percorso tutto il perimetro della piazza al grido di “Safe passage now!”.
I partecipanti, invitati a spiegare il motivo della loro presenza in piazza, sono d’accordo: “Dobbiamo impegnarci di più di quanto stiamo già facendo. Chiudere i confini non è la soluzione perchè i profughi sono così determinati a venire in Europa da rischiare la morte in viaggio e da affrontare la violenza della polizia. Quindi non è così necessario impedire loro il passaggio, ma è più importante renderlo sicuro”.
La manifestazione si è conclusa con un gesto simbolico: adulti e bambini hanno lasciato le loro barchette di carta nelle pozzanghere di Museumplein.