“Met IS zijn we in oorlog, niet met de islam”: parole di guerra quelle che arrivano dai Paesi Bassi. Secondo Rutte, l’Olanda sarebbe infatti in aperto conflitto contro il cosiddetto Stato Islamico. Non con la religione islamica, ha tenuto a precisare il premier in conferenza stampa, ma con il Califfato.
Questo quanto affermato ieri, al termine di una riunione straordinaria tenuta in mattinata assieme ai servizi di intelligence e ai ministri Ard van der Steur (Giustizia e Sicurezza), Ronald Plasterk (Interni), Bert Koenders (Esteri) e Jeanine Hennis (Difesa).
Misure di sicurezza
Annunciate, sempre ieri, misure emergenziali in materia di sicurezza. I Paesi Bassi, continua il premier, hanno adottato precauzioni “visibili e invisibili” a seguito degli attentati parigini: più controlli e più stringenti alle frontiere (corollario forse degli arresti avvenuti in Belgio nel pomeriggio) e particolare attenzione a tutti i tipi di traffico da e per la Francia.
Ma non finisce qui: anche i cittadini devono rimanere vigili mentre lo stato d’allerta rimane “substantieel” e tutti i servizi nazionali vengono monitorati, dalle stazioni agli aeroporti. Aumentate le misure di sicurezza, secondo NOS, anche nei centri per richiedenti asilo per il timore di rappresaglie di matrice xenofoba.
Aumentati i controlli anche in alcune moschee dopo la condanna (unanime) degli attentati lanciata dalle comunità musulmane olandesi. Ieri, infatti, è avvenuto il primo incidente: un tentato incendio alla maschea di Rozendaal da parte di ignoti.
Marokkaanse moskee Roosendaal extra beveiligd na brandstichting https://t.co/HVg7sSES2d pic.twitter.com/ROekHJD6sK
— BN DeStem (@BNDeStem) November 14, 2015