Un ruandese esiliato lo scorso in seguito alla scoperta di un suo coinvolgimento nel genocidio, ha richiesto il permesso di rientrare il prima possibile nel Paese. Secondo quanto riportato dal quotidiano AD, la Corte distrettuale de l’Aia esaminerà il caso nella giornata di oggi, martedì 30 agosto.
Jean de Dieu M. ha vissuto nei Paesi Bassi per 4 anni prima che il permesso di soggiorno gli fosse revocato a seguito della sua comprovata colpevolezza nel genocidio degli anno 90. Egli ha sempre negato qualunque coinvolgimento ma il governo olandese non volle accogliere un rifugiato sospettato di gravi crimini.
Così il ruandese è stato rimandato nel suo Paese di origine il 21 Marzo dell’anno scorso e fu arrestato non appena atterrato in Ruanda, ed è ad oggi ancora in prigione. Secondo quanto affermato dal suo avvocato olandese, Goral Sluiter, ciò che è accaduto va contro i principi del diritto. Infatti, deportare un sospettato è permesso, ma non qualora si abbia la certezza venga arrestato al suo rientro. Questa si chiama estradizione e segue altre procedure.
Sluiter è convinto che all’uomo debba essere permesso rientrare in Olanda ed ha inoltre richiesto 400 euro di risarcimento per ogni giorno di custodia cautelare subita dal suo cliente. L’ammontare è quindi di 200 mila euro.