Minister-President, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Rutte era ancora convinto ad inizio settimana: il governo non deve dimettersi, dice RTL Nieuws. Il premier avrebbe serrato le fila, eppure, in pochi giorni il governo è franato.
Stando alla ricostruzione della tv privata, questa mattina Rutte avrebbe aperto la discussione con gli altri leader di maggioranza, annunciando di volere le dimissioni del governo. Ossia, il contrario di ciò che chiedeva martedì, quando da altri ambienti della maggioranza, la parola dimissioni non suonava più come impronunciabile.
Il cambio radicale di rotta, avrebbero detto fonto a RTL, è diventato necessario quando il VVD, il partito del premier, si è trovato da solo all’angolo: le altre tre formazioni, CDA, D66 e ChristenUnie all contrario erano per le dimissioni.
Lo scambio sarebbe stato tutt’altro che amichevole, dice ancora RTL: l’atteggiamento “arrogante” del VVD, secondo gli addetti ai lavori, avrebbe irritato i partner di coalizione. I liberali hanno chiesto lunedì durante il vertice di coalizione che tutti i parlamentari dei partiti di maggioranza votassero contro l’annunciato voto di sfiducia.
Rutte, stando alle fonti del portale, avrebbe voluto un “cenno del capo”, ossia un segnale di assenso dai leader di maggioranza alla linea del no alle dimissioni che impegnasse anche i gruppi parlamentari. Tuttavia, questa linea è stata rigettata dagli alleati per una ragione molto chiara: gli alleati non volevano impegnare i loro deputati su una vicenda che riguarda anche i rapporti tra governo e parlamento. Dal canto suo, Rutte -che avrebbe un controllo totale sul VVD in parlamento- non voleva assumere alcuna responsabilità politica.
I tre partiti, allora, si sarebbero accordati tra di loro e avrebbero deciso insieme cosa dire questa mattina. Ma a sorpresa, alla riunione trovano un Rutte diverso: ora è d’accordo con le dimissioni. A convincerlo, pare, sarebbe stato un colloquio con alcuni partiti di opposizione: il governo, anche se dimissionario, gestirà in autonomia le misure Covid.