Nel centro di detenzione per richiedenti asilo di Rotterdam, un giovane di 28 anni originario del Sudafrica si è tolto la vita durante le prime ore di questa mattina. Secondo quanto riportato da NOS, il migrante avrebbe dovuto essere deportato in Francia in accordo con i regolamenti di Dublino.
Il Sottosegretario a Sicurezza e Giustizia Klaas Dijkhoff si è detto dispiaciuto per l’accaduto, mentre l’Ispettorato della Salute assieme a quello della Giustizia hanno aperto un’inchiesta. Del resto non è la prima volta che un richiedente asilo commette suicidio all’interno di un centro di detenzione: solo nel corso degli ultimi due anni, infatti, si sono registrati due casi simili.
Sempre nella struttura di Rotterdam, il 17 gennaio 2013 moriva il rifugiato di origine russa Aleksandr Dolmatov, attivista oppositore di Vladimir Putin, a seguito del rifiuto da parte delle autorità del permesso di soggiorno. Un anno dopo, il 23 aprile 2014, i principali quotidiani riportavano invece il suicidio di un richiedente asilo Armeno nel centro di detenzione Schalkhaar, vicino Deventer.
In entrambi i casi, l’allora Sottosegretario alla Giustizia Fred Teeven aveva dovuto riferire alla camera sulle condizioni di vita nei centri di detenzione olandesi. Condizioni per altro già denunciate, nel 2008, da Amnesty International in un rapporto piuttosto critico sulla questione.