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Rotterdam, nell’Oude Westen si rivedono i tossicodipendenti in strada

A Nieuwe Binnenweg nell’Oude Westen di Rotterdam, le piazze di spaccio sono alla luce del sole: in circa cinque minuti, una decina di tossicodipendenti passano di fronte, scrive Rijnmond in un un suo reportage sul problema. I residenti sperimentano molti disagi a causa dei problemi di senzatetto, dei tossicodipendenti e dei trafficanti. Secondo gli attivisti e residenti Joke van der Zwaard e lo stadsmarinier Arwin Siermans.

Alcuni tossicodipendenti entrano di fretta nel supermercato Albert Heijn, all’angolo di Gouvernestraat. Un altro chiede un accendino al barbiere che sta seduto davanti alla sua porta. “Ogni giorno vedo quindici diversi passare qui. E la situazione sta solo peggiorando. La polizia non fa nulla”, dice van der Zwaard.

Dall’altra parte della strada, un uomo e una donna litigano, portano con sé shopper vuoti e una pinza per raccogliere bottiglie e lattine vuote, scrive il giornale Alcuni passanti si fermano a guardare la scena.

Van der Zwaard vive nell’Oude Westen da 45 anni ed è l’ideatrice di Leeszaal West, tra le altre cose. “Ogni settimana un numero diverso di persone dorme all’aperto. Eliminano le case popolari, quindi ci sono più senzatetto. Questo è solo il risultato di una politica consapevole. Ma le persone per strada hanno problemi più gravi, sono tossicodipendenti, confuse, estranee al mondo”, dice a Rijnmond.

In strada, nel parco del quartiere e sulla piazza di fronte alla biblioteca, la piazza di spaccio apre di sera, un ritorno agli anni ’90:  “Una volta c’erano persone che conoscevano tutti, che guardavano sotto un cespuglio o sotto un albero per vedere se la persona X fosse ancora lì. Ora girano una volta al mese con gli operatori sociali. In passato, gruppi di residenti facevano il giro del quartiere con gli operatori per valutare la situazione e pianificare azioni insieme. Questo oggi non succede”.

Durante la pandemia, molti lavoratori migranti hanno perso il lavoro e la casa e il comune, a differenza del passato, se ne sarebbe lavato le mani. Insieme ad altri residenti attivi e imprenditori, la van der Zwaard ha inviato una lettera aperta al sindaco, a quattro assessori e al consiglio comunale chiedendo loro di intervenire

La lettera contiene anche sei soluzioni. Dal controllo, alla cura e all’intervento sociale. La politica non ha risposto. Il sindaco ha inviato una breve risposta: “Mi dispiace dirvi che il governo non può risolvere tutto”. Riguardo alla richiesta di maggior controllo, dice: “Devo deludervi . Non ci sono più agenti di polizia e vigili di quartiere disponibili”. Riconosce che il sostegno sociale negli ultimi 10 anni non è migliorato. “È un’evoluzione che non posso cambiare”.

La lettera di risposta del sindaco è stata per Van der Zwaard come un pugno nello stomaco. “Era una lettera insignificante, molto umiliante. Scrive che ci sono più aiuti di quanto io pensi. Mi avrebbero dovuto contattare ma non è mai successo“.

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