Dopo un aumento significativo del numero di infezioni questa estate, la situazione sembra ormai stabile da diverse settimane, scrive NOS che ha intervistato i vertici di RIVM : “Non esiste alcun tipo di indicazione a proposito di un’ondata in arrivo”, dicono Jaap van Dissel e Jacco Wallinga, rispettivamente direttore e responsabili dei modelli scientifici per lo studio del virus.
Secondo Wallinga, la ratio dei contagi è rimasta piuttosto stabile sopra 1 ma la situazione può mutare da un momento all’altro. Il maggior fattore di rischio al momento è rappesentato dai focolai casalinghi, nonostante la “bolla sociale” sia stata fissata ad un massimo di 6 persone nello stesso luogo, contemporaneamente.
Per NOS, tuttavia, il 70% delle fonti di contagio non sono note. Come si fa a dire che è colpa dei focolai domestici? “Questo è ciò che deduci dai dati che hai. Partiamo dallo schema che vediamo con quelli di cui conosciamo la fonte”, dice Wallinga. Secondo Van Dissel, la ricerca di fonti e contatti è in grado di ridurre la R di 0,2/ 0,3. Questo è l’effetto. Il fatto che ora sia su 1 può significare che la ricerca di fonti e contatti è attualmente molto efficace e che senza questa ricerca, a causa del nostro comportamento e del rilassamento, ci ritroveremmo con una R che sarebbe ben superiore a 1.
RIVM, tuttavia, sostiene di dover lavorare sulla rapidità di intervento: benchè il tracciamento funzioni, spesso le persone contattate hanno già sintomi e quindi, a loro volta, potrebbero già aver contagiato altre persone.
Per Van Dissel, la determinazione dei focolai che stanno scoppiando in tutto il Paese può voler dire che il tracciamento e il contenimento stanno funzionando. “In questa fase della pandemia, questo è in realtà ciò che ti aspetti; che si verifichino diversi piccoli focolai e che si possano controllare. ”
Secondo gli scienziati di RIVM, il fatto che il numero di ricoveri ospedalieri sia rimasto basso negli ultimi tempi è dovuto al fatto che il virus circola principalmente tra i giovani con molti contatti e meno tra gli anziani: “Probabilmente era così anche a marzo, ma noi allora non ne avevamo idea”, conclude Van Dissel che ricorda come solo dal I giugno i test sono a tappeto.
E per l’autunno? Wallinga mette le mani avanti: facciamo tutto il possibile per assicurarci che una eventuale seconda ondata sia il più contenuta possibile. Sappiamo dalle malattie infettive che quando si presentano, spesso arrivano a ondate. Molto dipenderà, dice l’esperto RIVM, dal comportamento delle persone.