Rifugiati, dall’Olanda milioni all’estero. E la politica parla di accoglienza centralizzata

Il governo ha destinato 58,5 milioni di euro, parte di un fondo da 570 milioni istituito lo scorso anno per la cooperazione internazionale, a progetti per i rifugiati in zone di guerra quali Yemen, Siria e Iraq.

Secondo quanto riportato dal Volkskrant, dal Ministero della Cooperazione e Sviluppo sarebbero già partiti 9 milioni in aiuti alimentari e sanitari per i suddetti paesi, mentre una parte dei soldi verrà destinata alla costruzione di due campi profughi in Libano e Giordania.

Del resto la drammaticità della situazione preoccupa il governo olandese. Dati ufficiali dell’UNHCR parlano infatti di più di 3 milioni di rifugiati interni in Siria, 1,8 in Iraq, 334 000 in Yemen. In netto aumento anche i richiedenti asilo che si rivolgono ai Paesi Bassi: secondo le previsioni del sottosegretario alla Giustizia Dijkhoff, infatti, si potrebbe sfiorare, entro fine anno, un incremento del 40% rispetto al 2014. E sempre il politico, intervistato dal Volkskrant, ha fatto sapere che chiederà personalmente ai Comuni di trovare sistemazioni straordinarie, anche “non convenzionali”, per far fronte alle sempre più numerose richieste.

Intanto all’Aja si discute sulla necessità di un coordinamento centralizzato che gestisca le richieste d’asilo a livello europeo: PvdAD66, secondo quanto riportato in mattinata dal NRC Handelsblad, sarebbero pronti a ridiscutere i Regolamenti di Dublino nella speranza di introdurre il sistema delle quote distributive.

Scettico tuttavia il Partito Socialista (SP): la parlamentare Sharon Gesthuizen dubita della libertà d’azione dei laburisti, costretti dalla posizione piuttosto rigida che hanno gli alleati di governo (VVD) in materia di politiche migratorie.

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