Nel corso del 2015 circa 25,000 rifugiati hanno raggiunto i Paesi Bassi, secondo gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica olandese (CBS).
Ben 8 000 rifugiati hanno raggiunto famigliari già residenti in Olanda. Si tratta, per lo più, di donne e bambini che faranno, nel corso delle prossime settimane, richiesta del ricongiungimento famigliare.
Nel solo mese di agosto, sempre secondo CBS, si sono contati circa 7 000 migranti, la maggior parte, proprio come accaduto lo scorso anno, provenienti dalla Siria. Cifre in aumento del 66% rispetto a quelle registrate nel 2014.
La grande macchina dell’accoglienza olandese sarà dunque pronta ad affrontare la situazione? Stando alle ultime notizie, pare che le problematiche siano in aumento.
Da una parte le zone dei Paesi Bassi più povere accolgono molto di più, mentre nei centri di detenzione per migranti del Randstad aumentano le tensioni. Come a Utrecht, dove la settimana scorsa una lite tra richiedenti asilo è stata sedata da una quarantina di poliziotti. O come a Purmerend, a nord di Amsterdam, e nella cittadina di Oudenbosch dove secondo l’emittente NOS si sono registrate proteste dei residenti per l’arrivo dei rifugiati.
Una polveriera, insomma, il quadro che sembra delinearsi, data anche la crescita esponenziale dell’estrema destra olandese (PVV) nell’agone dei sondaggi elettorali, durante le ultime settimane. Non a caso il sindacato di polizia NBP, secondo quanto riportato da AD, avrebbe chiesto urgentemente all’Agenzia Nazionale per i Rifugiati (COA) di separare i richiedenti asilo in base al credo religioso.
Una richiesta che il COA, chiamando in causa un’esperienza ventennale nella gestione dei rifugiati, ha per ora rispedito al mittente. Ma il quadro complessivo, viste anche le difficoltà “pratiche” che alcuni sindaci lamentano, quali lentezze burocratiche e arrivi in sovrannumero, potrebbe infine rivelarsi più complesso del previsto.