Risalire nei consensi sulla pelle dei migranti. Dopo gli ultimi sondaggi che danno al primo posto il PVV di Wilders e di quella che molto giornali hanno definito “crisi migratoria”, sembra essere questa la sempreverde strategia del governo Rutte II.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, infatti, entro novembre potrebbe essere varata una riforma del sistema d’accoglienza olandese nei Paesi Bassi: a chi non verrà riconosciuto lo status di rifugiato saranno concesse solo poche settimane prima di essere espulso. E, in ogni caso, solo chi accetterà la deportazione otterrà il famoso BBB (bed, bath and bread) e solamente nei sei grandi centri per migranti del paese.
Il primo ministro Rutte si è giustificato dichiarando che sarebbe folle accogliere quelle persone che possono, ma non vogliono tornare indietro, dimenticando però di accennare alla questione dei rifugiati di Wij Zijn Hier: rifugiati a cui l’IND ha rifiutato l’asilo, ma che non possono materialmente essere rimpatriati.
Con questa proposta, che arriva a soli pochi giorni dalla critiche del comitato ONU sul trattamento riservato alle minoranze etniche nel Paese e reitera l’accordo di governo dello scorso aprile, l’Olanda si avvicina a Inghilterra e Finlandia che negli anni hanno adottato politiche sempre più restrittive in materia di immigrazione.
Ma basterà un giro di vite sull’assistenza, che dovrebbe essere, tra l’altro, obbligatoria e senza condizioni secondo quanto stabilito dal Consiglio d’Europa, a far risalire le quotazioni del governo Rutte?