La scuola primaria e gli asili riaprono con la variante britannica in forte crescita, scrive Maarten Keulemans sul Volkskrant. Per gli esperti OMT è un azzardo ma alcuni studi offrirebbero qualche speranza.
“Quando le scuole primarie e gli asili nido riapriranno i battenti la prossima settimana, si verificheranno nuovi focolai e il rischio è che si debba richiudere in fretta”, avverte OMT. Nella prima settimana di gennaio, l’8,9% dei campioni testati era di variante britannica, la settimana dopo, il numero era quasi triplicato. Secondo RIVM, già la metà dei contagi vengono fatti risalire alla mutazione UK.
Dall’altro lato, osserva il Volkskrant, la pressione per riaprire le scuole è alta: stare a casa non fa bene ai bambini e ai genitori. Tuttavia, per gli scienziati, la teoria che i bambini non sarebbero veicoli centrali nella diffusione del virus è ancora valida: “mentre in malattie come l’influenza e il morbillo i bambini piccoli sono il motore trainante dell’epidemia, nel Covid-19 sono proprio gli adulti, tra i 18 e i 60 anni circa, a trasmettere il maggior numero di infezioni”. Un nuovo, recente studio del RIVM norvegese calcola un rischio appena dell’1%.
Le ragioni hanno a che fare con la struttura respiratoria dei più piccoli, che li renderebbe abbastanza immuni dal contrarre il virus. La variante britannica è più contagiosa per i bambini e li rende più spesso portatori ma sempre in misura irrilevante: un adulto che ha contratto il Covid classico, secondo uno studio in UK, sarebbe più contagioso di un bambino contagiato dalla variante UK. Anche nei casi studiati in Olanda, non sembra che la variante britannica sia di tanto più contagiosa tra i bambini.
Più misure igieniche, mascherine in corridoio, ventilazione in corridoio, distanze e altre misure precauzionali, dovrebbero rendere il ritorno a scuola abbastanza sicuro, scrive VK. Certo, non sono misure semplici da rispettare ma i focolai nelle classi sono rari e il danno sociale, in questo caso, è probabilmente più ampio di quello sanitario.