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Relance, la Vallonia approva un piano di sviluppo da 2,5 miliardi di euro

Zairon, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Il governo vallone e le parti sociali e ambientali si impegnano a rilanciare insieme la Vallonia, scrive il portale francofono RTBF. Il governo regionale aveva già predisposto un piano di ripresa nel 2021 ma la crisi Covid e la guerra in Ucraina hanno costretto l’esecutivo regionale a riaggiustare il tiro.

Secondo RTBF sono quattro i “programmi di azioni prioritarie” da 2,5 miliardi di euro per 42 progetti del Recovery Plan. “Progetti che ci sembravano prioritari e che daranno impulso ad altre iniziative politiche e private”, precisa Elio Di Rupo.

Le due principali sono: lavoro-formazione e transizione energetica. Formare e rivedere la formazione dei giovani e quella delle persone in cerca di lavoro; l’istruzione è una competenza delle Comunità ed è a livello della Federazione Vallonia-Bruxelles che si dovrebbe intervenire per modificare l’offerta didattica. Il governo vallone intende andare avanti, “senza aspettare la Federazione”, spiega Elio Di Rupo, utilizzando gli strumenti a disposizione della Regione Vallone, ovvero centri di formazione, centri di eccellenza e Ifapme. “Altrimenti non andiamo avanti”, sottolinea il ministro-presidente vallone.

Sono previsti 300 milioni di euro per ricerca e innovazione. Ad esempio, 120 milioni di euro andranno a sostegno delle PMI con lo scopo di rendere sostenibili le aziende.

Un’altra priorità: intensificare la transizione energetica. Ridurre i consumi energetici e abbassare le bollette dei cittadini attraverso progetti prioritari, spiega Sylvie Meekers, direttore generale delle organizzazioni ambientaliste.

Attraverso i progetti prioritari selezionati, l’obiettivo è anche quello di far uscire dalla precarietà i valloni che si trovano in questa situazione.

Sui quattro assi selezionati e sui 42 progetti appuntati, l’idea è di andare avanti velocemente. Alcuni di questi progetti sono legati ai fondi europei previsti dal Piano per la ripresa e la resilienza. La Commissione Europea impone un calendario preciso. “Tutti i lavori devono essere ultimati nel 2025 e pagati nel 2026”, avverte Elio Di Rupo.

Per altri progetti, “se i progetti stanno slittando o sono in ritardo rispetto alla pianificazione”, i budget possono essere riassegnati ad altre priorità lungo il percorso.

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