PVV, capogruppo al Parlamento Europeo sospettato di brogli

di Paolo Rosi e Carlotta Casamassima

Marcel de Graaff, ex-leader del partito islamofobo e razzista PVV, ora capogruppo della stessa formazione al Parlamento Europeo, è sospettato di brogli. A puntare il dito un deputato tedesco appartenente al PPE, i popolari europei, che ha chiesto l’apertura di una procedura d’indagine.

Pesanti le accuse: aver fatto quello che in gergo giornalistico è detto “pianista”: ovvero votare al posto di un collega. Esimio, in questo caso, perché si tratta di Marine Le Pen, presidente del Front National che lo scorso 16 giugno, assieme a Matteo Salvini, Geert Wilders e altri esponenti della destra populista europea, ha fondato la formazione parlamentare Europe of Nations and Freedoms (ENF). Il parlamento, dove votare per interposta persona non è consentito, sta ora conducendo un’indagine interna anche se la Le Pen, già lo scorso 29 ottobre, aveva declinato ogni responsabilità.

Salvo poi ammettere, come riportato da Reuters, che il collega de Graaff avrebbe di fatto votato “a sua insaputa”: per ben quattro volte durante la sessione del 28 di ottobre. Il parlamentare olandese rischia, ora, una serie di sanzioni che vanno dal richiamo alla sospensione dall’aula.

Polemiche a parte, che cosa effettivamente è stato discusso nella sessione parlamentare in questione? Si è parlato di politiche comunitarie in materia di “nuovi cibi” e respinto un disegno di legge per permettere ai singoli stati di proibire la distribuzione sul territorio nazionale di cibi OGM approvati dall’Unione. Si è infine emendato il Budget 2016, allocando 1,16 miliardi di euro per il “management” dei flussi migratori e 500 milioni per i produttori di latte, che a settembre avevano vivacemente protestato a Bruxelles.

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