Il 2019 è stato segnato dalla protesta dei Boeren, i contadini olandesi, che nella seconda metà dell’anno si sono concentrati in azioni dirette come blocchi ed occupazioni. Ma a differenza di quanto possa sembrare, e dell’immagine “popolare” della protesta -dice NU.nl- dietro ai boeren si sono mossi giganti dell’industria alimentare preoccupati dalla prospettiva di una riduzione degli introiti a seguito delle politiche ambientali annunciate dal governo.
ForFarmers è stata la prima azienda a rivolgersi a Bart Kemp, presidente di Agractie, coordinamento dei boeren per le proteste, annunciando sostegno alle loro iniziative.
Ex cooperativa di agricoltori fondata oltre cento anni fa è quotata in borsa ad Amsterdam, dal 2019 è la più grande azienda alimentare per animali in Paesi Bassi, Belgio, Germania, Regno Unito e Polonia; un colosso da 2,8 miliardi di euro. Uomini di ForFarmers, spiega Nu.nl, erano anche nel consiglio di amministrazione di Agractie.
“Siamo nel prato degli agricoltori con gli stivali da raccolta, comprendiamo l’emozione degli agricoltori”, afferma Caroline Vogelzang di ForFarmers riguardo al coinvolgimento in Agractie. La maggior parte delle 2.700 persone impiegate da ForFarmers ha un ‘”impronta dell’agricoltore”. Vogelzang: “Ci sono sposati, vivono di fronte o sono cresciuti in una fattoria”.
ForFarmers e Agractie hanno un obiettivo comune: meno bestiame, come vorrebbero le politiche pro-clima significa anche meno mangime, ossia il prodotto di ForFarmers. Quasi la metà del suo fatturato -infatti- proviene dai Paesi Bassi, dove il futuro del settore è incerto. Nella relazione sullo stato di avanzamento del terzo trimestre, i volumi di vendita in calo nei Paesi Bassi sono spiegati dai “grandi disordini tra gli agricoltori”. Il dibattito sulla riduzione delle emissioni ha avuto un impatto nel secondo più grande esportatore agricolo al mondo (solo gli Stati Uniti esportano più dei Paesi Bassi).
Le azioni, insomma, hanno perso il 30% a fine 2018 e in questo ha avuto un gioco centrale l’immagine negativa che ha dei contadini l’opinione pubblica. E così, racconta NU-nl, la società sarebbe corsa ai ripari per proteggere il suo investimento, cercando di migliorare quell’immagine, con un’operazione di pressione sui media che è arrivata fino alla tv pubblica. L’immagine del contadino rozzo e attaccato al denaro, doveva cambiare, per poter giungere -alla fine- ad ammorbidire le decisioni del governo.
ForFarmers ha aiuta Agractie in ogni singola fase delle proteste degli ultimi mesi: li ha sostenuti economicamente per disegnare una piattaforma programmatica, li ha aiutati nel coordinare la comunicazione -grazie all’apporto di un’agenzia esterna- e tutto questo al fine di realizzare un cambiamento drastico nell’immagine pubblica.
Ma le cose non sono andate, completamente, come previsto: l’apparizione di un nuovo attore, radicale, come Farmers Defense Force (FDF), meno attaccato alla tattica e più all’azione ha creato tensione all’interno del fronte contadino. I blocchi stradali, la minaccia di violenze e alcune uscite poco felici di alcuni leader -come l’equiparazione all’Olocausto e gli insulti alle autorità sanitarie nazionali- hanno offuscato l’immagine dei boeren. E così ForFarmers, temendo di essere associata alla deriva radicale delle proteste, ha deciso di fare -almeno pubblicamente- un passo indietro. Non sosterranno più i contadini, se non quando lo riterranno opportuno. Ma secondo l’allevatore Kemp -dice Nu.nl- il sostegno finanziario di ForFarmers a Agractie è effettivamente ancora “assoluto”: l’azienda si distanzia pubblicamente ma de facto, è ancora lì.