Mentre l’Olanda si prepara a accogliere migliaia di profughi in arrivo dal Medio Oriente, allestendo (tra le altre cose) un campo di prefabbricati e tende nella foresta intorno a Nijmegen, il governo Rutte sembra proprio non volerne sentire di ospitare due prigionieri di Guantanamo.
Questo nonostante il rischio di scontentare lo storico alleato statunitense. Da mesi, infatti, l’amministrazione Obama sta intavolando trattative con i governi alleati di tutto il mondo per la “redistribuzione” dei prigionieri dalla famigerata base cubana, in attesa di essere svuotata e chiusa (una delle più famose promesse elettorali del presidente USA).
Ma se finora molti governi europei, tra cui quello italiano, hanno accettato di collaborare, inaspettatamente l’opposizione più forte è arrivata proprio dagli olandesi, in particolare dal partito liberale al governo, VVD.
Il primo ministro Rutte, quello della giustizia Ard van der Steur e il leader Halbe Zijlstra, infatti, hanno espresso più volte la loro contrarietà all’operazione al ministro degli esteri, il collega socialdemocratico Bert Koenders, inizialmente più possibilista.
Alla fine, come riportato da fonti del Volkskrant, la pressione è stata così forte che gli inviati americani hanno dovuto prendere atto (secondo la miglior tradizione del consociativismo olandese) dell’assenza di una decisione condivisa tra la maggioranza: in attesa di nuovi equilibri di governo, per ora, nessun prigioniero di Guantanamo atterrerà in territorio olandese.