Nel primo appuntamento televisivo di ieri sera su RTL tra i big della politica, in vista delle elezioni provinciali del 18 marzo, si è parlato poco o niente di enti locali e molto di governo nazionale. Ma i titoli del giorno sono tutti per Mark Rutte e la sua uscita sui jihadisti olandesi che hanno preso la via del califfato; “meglio muoiano in Siria” ha detto il premier, “altrimenti al loro ritorno diventerebbero una minaccia per il paese”. La sparata ha gelato lo studio e provocato l’immediata replica degli altri ospiti “Wilders non è qui tra noi [ha dato forfait all’ultimo minuto] ma le sue idee sono ben rappresentate. Chi si esprime in questo modo, ovvero auspicando che criminali muoiano, e non che vengano trascinati sul banco degli imputati, è indegno del ruolo di primo ministro” è stato l’affondo di Alexander Pechtold, leader del D66 e, de facto, dell’opposizione in parlamento. Altrettanto dura la risposta del leader del CDA, Buma “Non si augura a nessuno la morte”. Dello stesso avviso il socialista Emile Roemer, secondo il quale bisognerebbe bloccare a monte il processo di radicalizzazione. Ma il premier non ha battuto ciglio, e appena ripresa la parola ha difeso il suo intervento “è mio dovere come primo ministro, proteggere il Paese.” E ha concluso “La maggioranza la pensa come me“.
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