“Ponti al posto di muri”, a Den Haag i sindaci delle “città Stato” del terzo millennio

di Monica De Astis

 

 

Sindaci di tutto il mondo riuniti a Den Haag hanno inaugurato il Global Parliament of Mayors. Un ‘parlamento’ internazionale di primi cittadini, studiato per affrontare le grandi sfide globali nel luogo in cui tutto avviene: le città. L’idea ricalca la visione di Benjamin Barber, per cui le città offrirebbero i migliori esempi di governance, in un’epoca in cui governi e organizzazioni internazionali fanno sempre più fatica a gestire i problemi che dovrebbero risolvere. «Le Nazioni Unite sembrano più “le Nazioni Disunite”» dice Barber e rilancia un approccio pragmatico alla realtà. E’ qui che entra in gioco la figura del sindaco, cittadino che conosce in prima persona i problemi suoi e dei concittadini. E’ d’accordo il sindaco di Den Haag Jozias van Aartsen, che ha rimarcato come le città abbiano «le capacità per affrontare i problemi transnazionali, semplicemente perchè devono risolverli». Tra le principali sfide ‘glocal’ di oggi c’è la gestione dell’immigrazione.

Sul tema ha tanto da raccontare l’Italia. Non a caso, a discuterne assieme ai sindaci di Amman, Atene e Rotterdam, è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «Città di migranti perchè non governata più dalla mafia». Così Orlando ha presentato la sua città, sottolineando che negli anni in cui la mafia comandava di migranti a Palermo non ce n’erano; la mafia, dice il primo cittadino di Palermo, migranti da accogliere e integrare sul suo territorio non ne vuole, aldilà delle opportunità criminali che la crisi dei odierna offre.
Ma quali esempi di buona governance può vantare la città nella gestione dell’immigrazione? Intanto il modo in cui si accoglie chi sbarca, senza armi in vista e con la presenza del sindaco, il quale ha rimarcato il valore simbolico ed educativo del ‘benvenuto’. Cosa direttamente collegata al ruolo educativo che il primo cittadino esercita, sia nei confronti dei cittadini che dei rifugiati: in una “città di arrivo” come Palermo, punto di snodo di una crisi internazionale, il messaggio da far passare è che i migranti sono accolti e aiutati in quanto esseri umani. E dopodichè integrati, anche nella vita amministrativa e politica della città. Un esempio è la Consulta delle Culture del Comune di Palermo, organo a composizione multinazionale, presieduto dal palestinese Adham Darawsha.

Competenze e integrazione, ponti al posto di muri, sono le strade che le “città d’arrivo” devono seguire per far fronte alla crisi dell’immigrazione. Ne sono convinti i membri del Global Parliament of Mayors, compreso il sindaco di Rotterdam Ahmed Aboutaleb, alle prese con la tensioni nella comunità turca.

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