POLITICA L’esercito dei “partitini dissidenti”: 16 microformazioni parlamentari con staff e contributi. La maggioranza: “Ora un freno”

Pare che la politica “liquida”, stia contagiando anche l’Aja: se una volta, la disciplina di partito riusciva a mettere un freno ai dissidenti, oggi la minaccia di espulsione non sembra preoccupare piú di tanto i kamerlid. Il PVV, partito-non-partito per eccellenza, registra certamente il record di addii con 3 deputati persi per strada in un solo anno, mentre plus 50 il partito olandese dei pensionati, registra il record di abbandoni: 1 su 2. Ma è lo psicodramma (l’ennesimo) che lacera ancora il gia’ lacerato partito laburista, il Pvda, a riaprire la questione dei parlamentari senza partito (o dei partiti con un solo parlamentare, al massimo due): con l’abbandono di Tunahan Kuzu e Selcuk Ozturk sale infatti a 16 il bilancio delle microformazioni nate da dissidenti. Un vero esercito di pentiti della politica, che costano un sacco di soldi, ottengono contributi, staff e tempo in aula ma spesso si dissolvono alla prima tornata elettorale. Sul tema, i grandi, VVD, CDA, SP e Pvda non hanno dubbi: bisogna mettere un freno. Ma come? Il VVD ha proposto spesso l’introduzione di una soglia di sbarramento, come in Italia, ma una tale previsione sarebbe probabilmente incostituzionale. Come incostituzionale potrebbero essere l’obbligo di dimissioni del parlamentare che lascia (o viene cacciato) oppure diritti ridotti a coloro che non fanno parte di formazioni maggiori. Intanto il governo chiede lumi al Raad van Staat.

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