Continua la polemica nei confronti dei partiti olandesi. Prima sotto accusa sono finite le spese elettorali “pazze” dei laburisti (PvdA), poi è stato il turno dei partner di governo: i conservatori (VVD) del premier Rutte.
Al centro delle critiche, per entrambi, la gestione dei bilanci: secondo un articolo pubblicato da Nrc, il VVD ha peccato di poca trasparenza e poca coerenza. Appena un anno fa, infatti, il partito aveva adottato un codice etico stringente che imponeva alle federazioni locali non solo di registrare ogni offerta oltre i 1000 euro ma anche di dichiarare l’identità dei donatori più generosi (oltre i 4500 euro).
Il nobile obbiettivo di rendere più onesta e trasparente la politica olandese, però, sembra ancora lontano. Secondo il quotidiano mancherebbero all’appello tre consistenti donazioni: il VVD di Amsterdam avrebbe infatti ricevuto 102,839 euro dal fondo Stichting Steunfonds e 10.000 dall’azienda Nijkerk Holding; quella di Rotterdam, invece, ne avrebbe presi quasi 75.000 dalla Stichting Rotterdamse Bedrijven.
Anche le federazioni di Utrecht, Noordwijk, Assen e Venlo hanno ammesso di non aver registrato né documentato donazioni oltre i 4500 euro. E l’importo totale potrebbe quindi superare 1 milione e mezzo di euro: a tanto ammonta, infatti, la sezione “redditi vari” inserita nel bilancio annuale del VVD.