di Paolo Rosi
“Dit land is ons land”, questa è la nostra terra, si legge in uno dei tanti articoli pubblicati dal controverso e populista Geenstijl.nl. Non stupisce, allora, che proprio il sito di comunicazione abbia ignorato la tradizione della stampa olandese di “non gettare benzina sul fuoco”, lanciando una campagna di raccolta firme per indire un referendum consultivo.
Quello che chiedono gli organizzatori, raccolti attorno al weblog GeenPeil, è una revisione del Trattato di vicinato firmato tra Bruxelles e il presidente ucraino Poroshenko nel marzo 2014, e ratificato dai Paesi Bassi. Accordi controversi per i promotori, perché visti come un’espansione geopolitica dell’UE che costerà “milioni ai contribuenti olandesi”, essendo l’Ucraina un “ sistema oligarchico corrotto e in bancarotta”.
L’iniziativa ha toccato nel weekend le 450 000 sottoscrizioni superando di molto il minimo fissato per legge (300 mila): firme che entro il 14 ottobre verranno consegnate agli organi competenti per essere autenticate. Da quella data il parlamento avrà sei mesi di tempo per indire il referendum che, secondo quanto riportato da NOS, costerà attorno ai 30 milioni di euro, senza essere tuttavia vincolante per il governo.
Una vittoria a metà per GeenPeil, insomma. E per Jan Roos tra i promotori più attivi nonché autore di spicco per Geenstijl.nl, recentemente finito al centro delle polemiche aver inventato di sana pianta un assalto alla sua persona da parte di “12 marocchini armati”.
#GeenPeil is met bier/kaasplankje naar vrijwilligers in 070, 010, 040 etc. Vanavond filmpje! https://t.co/Eph1hhmzjn pic.twitter.com/TzH2szy8C0
— Pritt (@Pritt) September 25, 2015
Una vittoria di Pirro, invece, date le prime reazioni della Kamer. Secondo RTL, Wilders avrebbe infatti lanciato una campagna di “non-voto”, seguito dai socialisti dell’SP. Più morbidi i democristiani di CDA, il D66 e il PvdA che avrebbero accolto la notizia “con piacere”, ma confermando totale supporto al Trattato Europa-Ucraina.