Elekes Andor, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
(updated 6/5/2023)
A leggere i suoi interventi, ascoltare i furiosi dibattiti che ne hanno circondato l’ascesa politica e poi il terremoto sociale seguito alla sua morte, non sembra che Pim Fortuyn sia stato ucciso 21 anni fa; stop all’islam, stop all’immigrazione, lo spettro dello scontro di civiltà, lotta all’establishment che non capisce i bisogni della gente, sono oggi temi parte del dibattito quotidiano; un virus che ha ormai, in maniera diversa, contagiato tutto l’arco parlamentare.
Ma allora no: nel 2002 nessuno, tranne Fortuyn, parlava in Olanda come Fortuyn. Soprattutto perchè gli schemi populista e conservatore, male si adattavano al personaggio, un eclettico sociologo dichiaratamente omosessuale, che ammirava Berlusconi e aveva capito che per i Paesi Bassi, e per tutta l’Europa, l’onda lunga dell’11 settembre avrebbe spazzato via stabilità e certezze. Dopo Fortuyn, come tanti dicono in Olanda, più nulla è stato come prima: e non certo per la disastrosa esperienza governativa della Lista Fortuyn, che sulla scia dell’emozione seguita al barbaro omicidio del suo leader, fece il pieno di seggi ed ottenne 4 ministri. No, di quell’esperienza non è rimasta traccia. Ciò che è cambiato e l’atteggiamento culturale dei Paesi Bassi, il suo drastico allontanamento dall’immagine del laboratorio liberale-progressista d’Europa.
Quando Fortuyn propose di chiudere le frontiere ai musulmani venne espulso da Leefbare Rotterdam, il partito che aveva contribuito a fondare. Creò allora una lista che portava il suo nome e decise di correre, alle politiche del 2002, con un partito-persona, la Lista Pim Fortuyn: il suo linguaggio provocatorio, e le sue sparate gli guadagarono l’attenzione dei media. E proprio il 6 maggio 2002, all’uscita di uno studio radiofonico, al termine di un’intervista per il voto che si sarebbe tenuto a distanza di appena una settimana, Fortuyn venne freddato da Volkert van der Graaf, un attivista ecologista: l’assassino, avrebbe poi raccontato ai giudici, di aver compiuto il gesto per salvare la società multietnica, messa a rischio da Fortuyn. Il tribunale, lo ha poi condannato a 18 anni di carcere.
Ma chi era Pim Fortuyn? Su di lui è stato scritto molto ma la complessità del personaggio rende tutt’ora difficile renderne un profilo compiuto. Come il suo erede politico Geert Wilders, Fortuyn rifiutava di venir associato all’estrema destra europea; la sua critica all’islam, infatti, era da posizioni liberali e lamentava atteggiamenti discriminatori del mondo musulmano verso i gay e le donne. A differenza della destra neofascista continentale, inoltre, era un sostenitore delle politiche olandesi su stupefacenti ed eutanasia. E per quanto chiedesse il blocco dell’immigrazione, sostenendo che l’Olanda fosse troppo piccola per accogliere tutti, appoggiava una sanatoria per gli irregolari.
È sepolto in Italia , a San Giorgio dalla Richinvelda