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Perché lo sviluppo industriale (ancora) opprime l’uomo: “Labour” al Meunier Museum

Il Royal Museums of Fine Arts del Belgio si unisce a Komplot per una mostra chiamata Labour, che avrà termine giovedì 11 luglio. 

Per questa occasione numerosi artisti contemporanei (Kasper Bosmans, Aline Bouvy, Pauline Emond sono solo alcuni) hanno dato il loro contributo al Meunier Museum, casa e studio di Constantin Meunier.

Pittore e scultore, Meunier ha dato un importante contributo allo sviluppo dell’arte moderna. 

La sua produzione eleva l’operaio, il minatore e in generale l’uomo comune a icona della modernità. Il tutto riflette gli sviluppi industriali, sociali e politici del suo tempo, e guarda con occhio compassionevole all’essere umano e al mondo che abita. 

I principi base della società rappresentata da Meunier sono ancora attuali. Ecco il perché di questa mostra: il tempo è (anche oggi) denaro. 

La società capitalista ci impone un ritmo sfibrante: cerca un lavoro, trova nuovi clienti, produci, fatti pagare e ripeti. 

Incertezze e insicurezze dell’essere umano finiscono per tenerlo prigioniero, e sembrano ostacoli insormontabili.

Anzi, il precariato della nostra società è fatto proprio per rendere il cambiamento impossibile.

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